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Più digitalizzazione per contrastare l’inflazione

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di Sandra Riccio

Il 2022 è stato un anno difficile che ha pesato sulle finanze dei consumatori in tutto il mondo e ora preoccupa per il futuro. Di recente Deloitte ha condotto una survey a livello globale sul sentiment dominante. Dalla ricerca è emerso che quattro intervistati su 10 ritengono che la loro situazione finanziaria sia peggiorata. La percezione tuttavia cambia a seconda della posizione geografica.

Finanze in peggioramento

Il peggioramento dello stato delle finanze personali dei consumatori è avvertito in modo acuto in Europa. Anche negli Stati Uniti questo senso di negatività è elevato tanto da essere il più alto registrato da oltre un decennio a questa parte. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, questa percezione non è concentrata esclusivamente tra i meno abbienti. A livello globale, un percettore di reddito più elevato su tre (34%) ritiene che le proprie finanze abbiano subito un peggioramento nel 2022, rispetto a quasi la metà dei percettori di reddito più basso (47%). Quale spiegazione dare? Per quanto riguarda la fascia di popolazione più abbiente, la percezione negativa deriva dalle perdite nel proprio portafoglio titoli, mentre il secondo tipo di popolazione risente più che altro del peso dell’inflazione in busta paga.

In ogni caso, la preoccupazione di fondo è condivisa da entrambi i gruppi. È uno stato d’animo che difficilmente scomparirà da un giorno all’altro ed è destinato a influenzare i comportamenti di acquisto e le intenzioni di spesa future. Un supporto arriverà dai risparmi accumulati durante la pandemia. Tuttavia non si tratta di risorse inesauribili. Secondo i calcoli degli esperti, in Paesi come gli Stati Uniti rimangono ancora meno di dodici mesi per spendere tra gli 1,2 e gli 1,8 trilioni di dollari di risparmi in eccesso legati alle cifre risparmiate durante la pandemia.

La spesa molto probabilmente si ridurrà e a pagare il conto saranno i bilanci delle aziende. “Le imprese possono rispondere a questi timori investendo di più nella digitalizzazione che consente di ottimizzare i processi e di risparmiare sui costi – sottolinea Paolo Gianturco, Business Operations and Fintech leader di Deloitte Consulting. In questo modo i servizi e le merci offerti sul mercato diminuiscono di prezzo e il risparmio arriva anche al consumatore finale”.

L’esperto spiega che l’ambiente imprenditoriale è cambiato dopo il Covid e molte aziende si sono evolute adattandosi agli shock degli ultimi anni.

Cosa succede alle società

Deloitte ha esaminato le performance di 500 società dal 2016 ad oggi, scoprendo che il successo a lungo termine è legato al grado di solidità delle imprese lungo due direttrici. Una è la capacità di prevalere. Questo attraverso la capacità di avere una visione e uno scopo strategici chiari e a lungo termine, supportati da diversi stakeholder e da asset e capacità differenziate in modo unico. Occorre anche puntare sulla capacità di cambiamento che consiste nella capacità di percepire, interpretare e rispondere in modo vantaggioso ai cambiamenti del mercato, integrando nuove capacità, creando partnership efficaci e mantenendo l’eccellenza operativa. In questo senso gli investimenti in digitalizzazione possono sicuramente portare a vantaggi che diventano anche vantaggi competitivi. In ogni caso i manager che guidano le aziende possono muoversi per evitare future crisi.

Di sicuro il percorso da intraprendere passerà per una riduzione dei costi, per la gestione dei flussi di cassa e negli investimenti in iniziative strategiche essenziali. È tuttavia anche possibile adottare misure proattive per concentrarsi sul valore a lungo termine e sulla leadership di mercato. Per prepararsi a trovare i venti di coda che potrebbero contribuire a spingere le proprie attività oltre il ciclo attuale, chi guida le società può esplorare una serie di opportunità: dalla trasformazione dei costi e dell’organizzazione aziendale all’investimento sui talenti, dalla preparazione alle fusioni e acquisizioni al rilevamento del mercato e alla pianificazione degli scenari fino alla trasformazione digitale.

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di febbraio 2023 del magazine di Wall Street Italia