Società

PIT STOP PER LA FED?

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

*Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

_______________________________________

Bernanke ha confermato il fatto che la Fed è vicina alla fase di ultimazione del ciclo di rialzo dei tassi iniziato a metà 2004 , ma allo stesso tempo ha anche dichiarato che una decisione in tal senso non precluderebbe ulteriori azioni di politica monetaria in futuro laddove fosse necessario. Il capo della Fed ha anche dichiarato di attendersi un favorevole andamento dell’economia nel primo trimestre. Vi dovrebbe però essere un rallentamento della crescita su livelli più sostenibili principalmente a causa di: 1) settore immobiliare; 2) impatto ritardato dei rialzi dei tassi già effettuati. Complessivamente per il 2006 l’outlook delineato da Bernanke è positivo.Tra i fattori di rischio il principale è rappresentato dalla ripresa di spinte inflattive laddove, in presenza di una forte domanda, vi sia una traslazione dei rialzi dei prezzi energetici sui prezzi finali, fenomeno quest’ultimo che fino ad ora è stato piuttosto contenuto.

Allo stesso tempo, Bernanke ha dedicato un’ampia parte del suo discorso alla necessità di rientro del deficit di partite correnti facendo riferimento anche all’esito dell’ultimo G-7 del 21 aprile.

Il Dollaro si sta di conseguenza ancora deprezzando. Il riferimento alla possibilità di una ripresa del rialzo dei tassi dopo un periodo di pausa, è stato più che bilanciato dal riferimento alla necessità del rientro del deficit di partite correnti che, essendo successivo al recente G-7 (cui Bernanke ha fatto direttamente riferimento) lascia trasparire l’intenzione di tollerare un indebolimento graduale del dollaro per consentire un altrettanto graduale rientro (Bernanke ha stimato la tempistica in “alcuni anni”) del citato deficit. Il capo della Fed ha anche precisato che il rischio di bruschi cali del valore del Dollaro e di altri prezzi di asset è al momento basso.

In sintesi: ci attendiamo un rialzo dei tassi a maggio che potrebbe rappresentare l’ultimo rialzo del ciclo iniziato a metà 2004, ma al momento ancora non escludiamo del tutto la possibilità di estensione fino a giugno, ipotesi quest’ultima cui gli operatori hanno attribuito una probabilità più bassa rispetto a quella evidenziata prima del discorso di Bernanke. In ogni caso rimane confermata la fine del ciclo di rialzo dei tassi nel semestre
in corso. Teniamo altresì in considerazione che, stando alle indicazioni del capo della Fed, non è da escludere in futuro una ripresa della fase di rialzo dei tassi. Si tratta di un’ipotesi cui però attribuiamo al momento una bassa probabilità di accadimento. In ogni caso, occorrerà però attendere almeno il quarto trimestre prima di poter verificare se tale possibilità sarà concreta o meno. La Fed infatti osserverà attentamente l’entità del rallentamento che ha dichiarato di attendersi già a partire dal terzo trimestre ed inoltre occorrerà verificare le eventuali pressioni inflattive derivanti dalle materie prime.

Sul fronte valutario, non si è verificato il temporaneo apprezzamento del Dollaro che ricollegavamo alla possibilità (confermata da Bernanke) che l’arresto del ciclo di rialzo dei tassi potrebbe essere non definitiva. E’ prevalso infatti il richiamo al tema del deficit di partite correnti Usa, così come già emerso dall’ultimo G-7. Alla luce dello scenario di arresto del rialzo dei tassi nel semestre in corso ed almeno per tutto il terzo trimestre ed inoltre, visto il forte richiamo sul deficit di partite correnti, rimane confermato lo spostamento dell’attenzione degli operatori dal differenziale dei tassi al tema del deficit di partite correnti. Si tratta di un tema che dovrebbe interessare anche il prossimo trimestre contribuendo a deprezzare il biglietto verde. Nel breve termine, in assenza di una temporanea fase di apprezzamento del Dollaro, indichiamo il livello di 1,26 vs. Euro come importante livello di resistenza pari al 50% del ritracciamento del movimento compreso tra il min ed il max segnati dal 2005. Nel terzo trimestre, il definitivo spostamento del focus sul disavanzo di partite correnti (che nel frattempo è atteso ulteriormente ampliarsi a causa principalmente del livello elevato dei prezzi energetici) potrebbe comportare il raggiungimento del livello di 1,29.

Un’ultima precisazione : la necessità di una ripresa della fase di rialzo dei tassi (lasciata aperta oggi dalle dichiarazioni di Bernanke) al momento appare ancora non elevata ed in ogni caso dovrebbe essere : 1) limitata nell’entità ; 2) collocata alla fine dell’anno. Di conseguenza, laddove si materializzasse potrebbe impattare solo temporaneamente sul biglietto verde comportando un’eventuale breve fase di arresto del trend primario di deprezzamento che dovrebbe interessare il secondo semestre.