Società

Pil Usa rivisto al ribasso: +1,3% nel secondo trimestre

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New York – L’economia degli Stati Uniti non riesce a rendersi protagonista di quei tassi di crescita cui ci aveva abituato in passato, in particolare quando si trattava di rialzare la testa dopo una fase di profonda crisi.

Il Pil e’ salito dell’1,3% nel secondo trimestre, meno delle previsioni che erano per un rialzo dell’1,7% e sopratutto meno di quanto era stato comunicato in precedenza dal governo (+1,7%), che gia’ di per se’ era un incremento insufficiente per sperare in una ripresa solida.

I numeri, che sono definitivi, rischiano di compromettere la campagna di rielezione del presidente Barack Obama e sul brevissimo termine la performance dei mercati azionari, con l’S&P 500 che cerchera’ di interrompere una fase negativa che dura ormai da cinque sedute.

Dopo essere cresciuta del 4% negli ultimi tre mesi del 2011, la maggiore economia al mondo ha registrato un progresso del 2% il primo trimestre di quest’anno.

Le cifre deboli degli ultimi tre mesi rispecchiano la debolezza delle spese al consumo e delle esportazioni, oltre alle condizioni meteorologiche difficili per i gruppi alimentari e agricoli (tutte componenti riviste in peggio)

Gli acquisti dei nuclei famigliari, che contano per circa il 70% dell’economia Usa, sono salite al ritmo annuale dell’1,5 lo scorso trimestre, rispetto all’1,7% precedentemente riportato. A questo si sono aggiunti i problemi legati ad un’estate caratterizzata da un’intensa siccita’, che anch’essa ha contribuito a un Pil piu’ debole del previsto.

Le scorte in agricoltura, in particolare, sono crollate a causa della siccita’ nel Midwest. La produzione di cereali nel secondo trimestre e’ stata rivista al ribasso di 12 miliardi di dollari.