Società

PIL ITALIA SPROFONDA -6.0%

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Un crollo che ci riporta agli inizi degli anni Ottanta. Il Pil italiano sprofonda a -6% su base annua anche nel secondo trimestre del 2009. E’ questa la stima preliminare calcolata dall’Istat in valori concatenati con anno di riferimento 2000, corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. Si tratta del quinto calo consecutivo su base trimestrale e tendenziale. Su base tendenziale è il peggior dato almeno dall’inizio della serie storica nel 1980, mentre il dato acquisito per il Pil 2009 è pari a -5,1%.

Nel secondo trimestre 2009, invece, il calo è dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Un dato migliore del -2,7% congiunturale del primo trimestre (cifra rivista al ribasso dal -2,6% indicato a giugno).

Il secondo trimestre 2009 ha avuto le stesse giornate lavorative rispetto sia al trimestre precedente sia al secondo trimestre del 2008. Il risultato congiunturale rilevato da Istat è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi.

Nel secondo trimestre il Pil è diminuito in termini congiunturali dello 0,8% nel Regno Unito e dello 0,3% negli Stati Uniti. In termini tendenziali, il Pil è diminuito del 5,6% nel Regno Unito e del 3,9% negli Stati Uniti.

______________________________

Pil Italia: per analisti possibile leggera ripresa nel terzo trimestre

Dopo 15 mesi di crescita negativa, nel terzo trimestre del 2009 l’economia italiana dovrebbe tornare finalmente alla ripresa, sebbene molto debole. È questa la previsione largamente condivisa dagli analisti sull’andamento del Pil nei prossimi mesi, dopo le stime preliminari dell’Istat sul periodo aprile-giugno. Stime che hanno sorpreso in positivo sul dato congiunturale: -0,5%, mentre ci si attendeva una cifra poco sotto l’1% (su base annua invece c’è stato un -6%, come a gennaio-marzo). Nella seconda metà dell’anno, quindi, potrebbero esserci finalmente dati non negativi, ma molto dipenderà dal trend dell’industria (che a giugno ha segnato un calo forte e inatteso) e dalla capacità di agganciare il ‘traino’ della locomotiva tedesca, che mostra segnali di progressiva rimonta. A fine anno tuttavia – concordano gli economisti – anche con dati lievemente positivi nel secondo semestre, il Pil 2009 dovrebbe subire un calo pesante, segnando circa -5% (stima condivisa da tutti i principali centri studi).

Il -0,5% nel secondo trimestre – afferma Antonio Cesarano di Mps Capital Services – è un dato “migliore delle attese, perchè la nostra aspettativa era per un calo più profondo (-0,9%)”. È “difficile al momento spiegare questo scarto”, ma “una piccola parte potrebbe essere attribuita” alla revisione al ribasso del dato di gennaio-marzo (da -2,6% a -2,7%), per cui “c’è un effetto confronto che aiuta”. E un’altra ipotesi “potrebbe essere l’impatto dei consumi nel settore auto, con gli incentivi che si sono trasformati in produzione vera e propria”.

Per il terzo trimestre, aggiunge l’analista di Mps, “è possibile che non ci sia una variazione negativa”, grazie anche al contributo dell’auto. Potrebbe esserci quindi “una variazione nulla o leggermente positiva”. Sull’intero 2009, invece, “la nostra stima è -5,4%, ma dopo i dati definitivi sul secondo trimestre (a settembre) potremmo fare una revisione leggermente migliorativa, spostandoci verso -5%, tenendo anche conto che alcuni indicatori anticipatori sono migliorati”.

Sulla stessa linea la valutazione di Ilaria Spinelli (Fideuram Investimenti), secondo cui il -0,5% “è migliore delle nostre aspettative (-0,7%): effettivamente è andata un po’ meglio, anche considerando i dati negativi dell’industria a giugno (-19,7% su anno)”. In particolare, “ci aspettiamo che i consumi e il canale estero abbiano apportato un contributo positivo alla crescita, mentre le scorte e gli investimenti negativo”.

Per il terzo trimestre, invece, “abbiamo una previsione di ritorno alla crescita (+0,2% congiunturale), mentre per il quarto la stima è +0,4%”. Queste previsioni, precisa però la Spinelli, sono state fatte “ragionando sulla forza dell’economia tedesca, per cui dovrebbe esserci un minimo di traino anche per l’Italia.
Altrimenti non mi stupirebbe vedere una crescita poco sotto lo zero anche nel terzo trimestre (-0,1% o -0,2%), soprattutto se i dati dell’economia reale di luglio e agosto dovessero essere deludenti”. In ogni caso, “molto farà la produzione industriale – evidenzia – con una possibile ripresa più vivace delle attese”.
Per il 2009, poi, “la nostra stima è -4,9%, e con i dati odierni non dovrebbero esserci revisioni”.

Più cauto Fedele De Novellis, economista del Ref (Ricerche per l’economia e la finanza). Il calo dello 0,5% rappresenta “due decimi meglio del consenso (-0,7%), ma non è che cambia la sostanza delle cose. È un altro segno meno, anche se un ‘meno’ inferiore ai precedenti, e potremmo forse immaginare che nel terzo trimestre ci stabilizziamo. La produzione industriale di giugno, però, non lascia una bella eredità”. In sintesi, quindi, “c’è stato un grande crollo, il crollo sta finendo, però non si vede un rimbalzo dopo la caduta, come nelle altre recessioni, e ci sono al più segnali di stabilizzazione. Speriamo che con la produzione di luglio-agosto si possa vedere qualche rialzo, tale da avere nel secondo semestre un’eredità migliore per il 2010”.

Per luglio-settembre, aggiunge De Novellis, è atteso “un piccolo segno positivo, anche se molto piccolo dopo il dato di giugno sulla produzione”. Sul Pil 2009, conclude l’analista del Ref, con questi dati “non dovremmo rivedere le nostre stime (-5,2%), visto che i due decimi guadagnati nel secondo trimestre sono compensati dalla revisione al ribasso sul primo”.(Apcom).