Economia

Pil Cina centra stime, ma “bolla immobiliare non più sostenibile”

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Notizie confortanti dal fronte macro della Cina.

Nel terzo trimestre dell’anno, la crescita della seconda economia mondiale è rimasta stabile, centrando i target del governo e alimentando le speculazioni di interventi, da parte di Pechino, volti a frenare il boom dei prezzi del mercato immobiliare e l’erogazione eccessiva del credito.

Su base annua, il Pil della Cina è salito del 6,7% nel terzo trimestre, rientrando nel range compreso tra il 6,5% e il 7% delle stime del governo.

Con una crescita dell’economia che prosegue, secondo gli analisti il paese avrebbe ora margini di manovra per agire contro l’esposizione crescente ai debiti e contro, appunto, il surriscaldamento in atto dei prezzi degli immobili, sfide che sono state tra l’altro auspicate dal Fondo Monetario Internazionale.

Proprio la scorsa settimana il governo cinese ha diffuso alcune linee guida per ridurre il ricorso sfrenato del settore privato al debito. Tuttavia, non è la prima volta che ciò accade, e in passato diverse prescrizioni in tal senso sono state ignorate senza troppi problemi.

Così a Bloomberg Michael Every, responsabile della divisione di ricerca dei mercati finanziari presso Rabobank, a Hong Kong:

“E’ incredibile pensare ai livelli che possono essere raggiunti da una bolla immobiliare e da rialzi pazzi dei debiti. Questa situazione non è sostenibile. E nonostante ciò, l’alternativa è qualcosa a cui nessuno vuole pensare”.

I numeri relativi al Pil confermano in ogni caso la transizione verso un’economia maggiormente orientata ai consumi: dal dato  emerge infatti che i guadagni delle vendite al dettaglio sono stati superiori a quelli della produzione industriale.

Ecco i punti cruciali del dato sul Pil.

  • La produzione industriale è salita a settembre del 6,1% su base annua, deludendo le attese di un incremento del 6,3% e rispetto anche al +6,3% di agosto.
  • Le vendite al dettaglio sono balzate del 10,7%, centrando le stime e dopo il 10,6% precedente.
  • Gli investimenti in asset fissi sono saliti dell’8,2%, in linea con le stime e dopo il +8,1% precedente.