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PIIGS E VOLATILITA’ IN AUMENTO: PRESTO SAREMO DI NUOVO IN TRINCEA

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(WSI) –Rapporti Debito/Pil dei paesi PIIGS preoccupanti; volatilità in aumento; mosse politiche contro il settore finanziario negli USA.

Siamo passati a “Defcon 2” e mentalmente ci stiamo preparando a “Defcon3” (per usare termini bellici): in effetti il feeling è che presto saremo di nuovo in trincea per via di tutte le incertezze che hanno contaminato le aspettative di una crescita stabile e sana.

Nonostante questo, gli investitori continuano a cercare rendimento (il comportamento umano è certamente irrazionale), incuranti della situazione incombente.

Ma guardare al lungo termine, senza prendere in considerazione le problematiche attuali, diventa sempre più difficile: non solo la Grecia, ma anche il Portogallo, l’Irlanda e la Spagna hanno un rapporto debito/pil in aumento; l’incertezza politica ancora tiene sotto scacco la Sterlina e le tensioni probabilmente aumenteranno gradualmente fino al 6 maggio (quando ci saranno le elezioni).

Quanto al “barometro” dei mercati azionari, il Dow Jones imperterrito prosegue la salita ed il petrolio si mantiene sopra 80$/barile. Nel mercato FX i carry trade rimangono forti e siamo diretti ad un triplo massimo (ottobre – gennaio – aprile) del nostro Carry Index.

Come giustificare questo comportamento? Probabilmente il modo migliore è vederla in termini semplici: avidità e ricerca di rendimento. In un regime di tassi quasi 0 (tranne l’Australia che ha innescato un vortice virtuoso di rialzi), dove anche la volatilità non paga e i CDO rimangono troppo costosi, un minimo di alpha da carry trade attira più del dovuto.

Per quanto concerne i dati macro di ieri, abbiamo visto un miglioramento nei Jobless Claims USA (456k contro 484k del mese precedente) seppure rimanga sopra il livello dei 450k; d’altronde, le vendite di case esistenti è salito a +6,8% rispetto a marzo. Anche i prezzi alla produzione USA sono saliti un minimo.

I dati Euro li ha visti qualcuno? O meglio, hanno influito sul sentimento di mercato? A quanto abbiamo visto ieri mattina, no, perché le altre tematiche dominano sui timidi rialzi del nostro PMI. Oggi abbiamo l’IFO della Germania (ore 10 am), il PIL UK (ore 10.30), i nuovi ordini industriali area euro (ore 11.00), il CPI Canadese e le vendite al dettaglio Canadesi (ore 13.00 e 14.30) ed infine i dati USA: Ordini di beni durevoli (ore 14.30) e vendite di case nuove (ore 16.00).

Questa mattina vogliamo cominciare la nostra sezione dedicata all’analisi tecnica ringraziando il nostro indice proprietario che, per l’ennesima volta, (ricordiamo, tra gli ultimi, i successi sulla discesa del UsdCad il 26 marzo, quando l’indice era sbilanciato a 5.40 posizioni lunghe per ogni posizione corta, oppure sul UsdChf che, prima dell’intervento della Swiss National Bank era sbilanciato sul lato long di più o meno la stessa misura e poi è sceso prepotentemente) ha avuto ragione dandoci degli interessantissimi spunti sull’EurUsd.

La moneta unica europea, sulla scia dei timori per i conti europei, soprattutto dovuti alle vicende greche, rinforzatisi nella giornata di ieri con l’intervento delle agenzie di rating che hanno ulteriormente downgradato il merito creditizio della Penisola ellenica, ha dapprima raggiunto i livelli di minimo raggiunti dal cambio durante gli ultimi 11 mesi.

L’area di 1.3280/1.3300 corrispondeva infatti ad un doppio minimo fatto segnare tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, e sotto di esso vi erano posizionati moltissimi livelli di stop della posizioni lunghe di euro.

Spazzati via gli stop con un bell’aumento della volatilità proprio in prossimità di quei livelli, ed ora il prossimo punto sembra poter essere 1.3130. Soltanto una chiusura su base settimanale decisa sopra ai supporti rotti ieri, negherebbe ulteriori discese dell’euro contro il dollaro americano.

Equilibrio sostanzialmente invariato sul UsdJpy, con un consolidamento sopra il 93 figura che sembra poter essere solido per la giornata di oggi (92.75 ultima spiaggia per il breve periodo).

Per quanto riguarda il Cable, ci troviamo ancora in una fase laterale molto ampia, con dei movimenti che trovano diversi livelli intermedi tra 1.5190 e 1.5530. Adesso il livello di supporto di breve periodo che sembra poter tenere è 1.5290, che se dovesse tenere, potrebbe far tornare la quotazione a 1.5400, in caso contrario pensiamo non ci sia comunque spazio per discese importanti oltre i livelli descritti poc’anzi.

Buone anche le intuizioni sul UsdChf che ha ripreso forza dopo la rottura del livello di resistenza indicato nel Morning Adviser di ieri. Il livello cruciale adesso risulta essere adesso 1.0900, altrimenti rischiamo di trovarci in un ritorno all’interno della zona 1.0895/1.0450.

Interessante la configurazione che si potrebbe creare su un grafico giornaliero dell’EurGbp, che potrebbe completare un pattern di doppio minimo. Il primo minimo è stato segnato lo scorso 28 gennaio a 86.012, ed ora ci troviamo con l’ultimo minimo toccato 86.062. Un’eventuale rottura proietterebbe le previsioni a 85 ¼.

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