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Pictet: investitori ancora pessimisti sull’azionario

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“Nonostante il recente recupero delle asset class più rischiose, le valutazioni dipingono ancora un quadro eccessivamente pessimistico dell’economia”, questa la visione di Pictet asset management, fra i principali istituti finanziari svizzeri.

“La Federal Reserve ha fatto capire che non ha fretta di alzare i tassi e le autorità monetarie cinesi hanno adottato delle misure a sostegno della crescita, tutte mosse che hanno avuto un certo successo. Nell’eurozona, in Giappone e in alcuni Paesi emergenti una politica monetaria tuttora accomodante assicura nel complesso un elevato livello di liquidità”.

Sono queste alcune delle ragioni per le quali Pictet ha deciso di optare per una maggiore esposizione all’azionario, sia nei mercati emergenti sia in Europa, mentre minor peso in portafoglio è stato dedicato alle obbligazioni, “che presentano valutazioni eccessive”. Mentre le prospettive di Pictet sugli Stati Uniti e sull’Europa sono complessivamente positive il discorso cambia nel caso del Giappone:

“Dopo il calo dell’attività manifatturiera e delle esportazioni e il crollo dei prezzi al consumo e della spesa delle famiglie, il rischio di deflazione è aumentato. Gli sforzi della BoJ per stimolare l’economia, con tassi di interesse negativi e massicci acquisti di titoli, non si sono ancora tradotti in un’accelerazione congiunturale. In aprile la banca centrale ha tagliato le previsioni di inflazione e avvertito che l’obiettivo del 2% potrebbe essere raggiunto solo a marzo 2018, nella migliore delle ipotesi”.

Dopo i timori di inizio anno, Pictet mette in buona luce anche la situazione della Cina, in particolare per quanto riguarda il settore immobiliare “che rappresenta il 15% circa dell’economia, evidenzia ulteriori progressi a cominciare dalle città di primo livello, dove i prezzi delle case salgono di oltre il 20%”.

I mercati emergenti, inoltre, hanno ritrovato in aprile il raggiungimento di quota 50 nell’indice Pmi manifatturiero, la soglia fra l’aspettativa di contrazione ed espansione del settore. A favorire la ripresa giocano: “debolezza del dollaro, orientamento meno restrittivo della Fed, ripresa dei prezzi delle commodity, miglioramento delle condizioni economiche in Cina”.

Per quanto riguarda gli asset a reddito fisso Pictet inverte il giudizio:

“Al momento, il 35% circa delle emissioni sovrane dell’indice JP Morgan Government Bond offre un rendimento negativo. Una situazione difficilmente conciliabile con l’alta probabilità di un rialzo dei tassi di interesse Usa nel corso dell’anno e con i crescenti livelli di debito pubblico e privato in alcune aree dell’Europa”.

In questo settore la scelta ricade sui Treasury americani a lunghissima scadenza, “che offrono rendimenti ragionevoli”.