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PIAZZA AFFARI PIATTA, TUTTI GLI OCCHI SU CIRIO

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Piazza Affari a metà seduta è ferma sostanzialmente sui valori di apertura.

Il mercato resta ingessato al pari degli altri in Europa: da una parte si fa sentire la voglia di prendere profitto là dove è possibile; dall’altra c’è la spinta a sostenere i corsi azionari in prossimità della fine dell’anno.

Sullo sfondo, il clima di attesa per i dati macro-economici americani previsti per il pomeriggio.

E se l’atmosfera depressa incide negativamente sui titoli tecnologici e sui bancari, il tema di oggi è indubbiamente rappresentato da Cirio, dopo che il Trustee, ossia il rappresentante degli obbligazionisti, ha dichiarato il default anche per le altre obbligazioni emesse dal gruppo alimentare di Sergio Cragnotti.

Questo significa, spiegano alcuni operatori, che i possessori di tutte le obbligazioni Cirio potrebbero richiedere l’accelerazione delle scadenze, provocando l’insolvenza del gruppo.

Ne risente anche Capitalia, in quanto la banca è esposta per €147 milioni .

Ma in generale tutto il comparto del credito è in ribasso, oltre al risparmio gestito e agli assicurativi.

Unica eccezione positiva tra le banche quotate sul Mib30 è rappresentata da Popolare Verona e Novara; per il resto cede Bnl, il cui amministratore delegato Davide Croff ha detto ieri che saranno vendute le attività non strategiche, come quelle in Brasile, ma anche Mps, downgradata da Lehman Brothers.

Nel settore del rispamio gestito cedono tutti i titoli. In vendita anche Mediobanca dopo la crescita della vigilia.
Il mercato si disimpegna dagli assicurativi e da Generali, dopo il giudizio negativo di Standrad & Poor’s.
Pesante il calo di Mediaset e, sul Midex, degli altri titoli editoriali.

Dalle sale operative fanno notare che Mediaset ha guadagnato più del 40% dal minimo da inizio anno del 10 ottobre scorso.

Oggi dunque si può leggere il calo come una presa di beneficio.

Il direttore finanziario, Marco Giordani, ha intanto confermato gli obiettivi di contenimento dei costi previsti per il 2002. In un’intervista su un quotidiano finanziario ha detto che “a fine 2002 a livello europeo saremo il gruppo del settore che avrà la minore crescita dei costi”.

Tecnologici e industriali in calo su tutto il fronte: da Stmicroelectronics a Finmeccanica, da Pirelli a Fiat.

Nel Bollettino Economico della Banca d’Italia, presentato ieri, si legge che “l’esposizione del sistema bancario italiano nei confronti del gruppo Fiat rientra nei limiti posti dalle norme di vigilanza, di derivazione comunitaria, volte a contenere la concentrazione dei rischi. L’ammontare dei crediti in essere verso il gruppo Fiat è coperto dalle attività di quest’ultimo”.

Secondo via Nazionale, con l’indotto il gruppo torinese pesa sul prodotto interno lordo italiano attorno allo 0,4%-0,6% mentre da solo si collocherebbe tra lo 0,1 e lo 0,2%.

Il mercato intanto attende novità sulla cessione di Fidis.

Tra i pochi titoli positivi sul Mib30, che segnano peraltro crescite modeste, spiccano Eni e i titoli delle aziende controllate.

Eni ha toccato il suo massimo alle 10:14, a quota €14,35.

Sul Midex, ottima performance di Alitalia, dopo la notizia dello scambio azionario con Air France e le indiscrezioni su possibili proventi straordinari dovuti alla vendita di quattro aerei Atr-42 e alla cessione di Sigma all’americana Cendant. Si parla di circa €13 milioni.

In rialzo Tod’s, ma la crescita del lusso si ferma qui; infatti Bulgari perde terreno.

Sul Numtel buona prestazione di Freedomland, in rialzo di quasi quattro punti percentuali, mentre Tiscali arretra.

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