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PIAZZA AFFARI: COSA ASPETTARSI DAI DATI TIM

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TIM lascia lo 0,23% a €6,39 nel giorno in cui si volge il consiglio di amministrazione che prende in esame i dati del terzo trimestre 2001.

“Alcuni investitori stanno vendendo per portare a casa quanto il titolo ha fatto di buono”, dice a Wall Street Italia un operatore di Gestnord.

L’analista di una Sim milanese che chiede di non essere citato illustra a Wall Street Italia le aspettative, positive, sui dati trimestrali di bilancio.

Per i tre mesi, a livello di gruppo:

fatturato €2,465 miliardi;

ebitda (mol, margine operativo lordo) €1,188 miliardi;

reddito operativo €808,5 milioni

utile netto €360 milioni.

Per i nove mesi, a livello di gruppo:

fatturato €7,395 miliardi;

ebitda (mol, margine operativo lordo) €3,564 miliardi;

reddito operativo €2,425 miliardi;

utile netto €1,080 miliardi.

Per i tre mesi, a livello di SpA:

fatturato €2,141 miliardi;

ebitda (mol, margine operativo lordo) €1,094 miliardi;

reddito operativo €861 milioni;

utile netto €613 milioni.

Per i nove mesi, a livello di SpA:

fatturato €6,152 miliardi;

ebitda (mol, margine operativo lordo) €3,180 miliardi;

reddito operativo €2,499 miliardi:

utile netto €1,765 miliardi.

“Se questi dati venissero confermati – dice l’analista – il gruppo dimostrerebbe il suo buono stato di salute, con margine di crescita accettabili, anche se bisogna dire che il mercato principale in cui opera, e cioè l’Italia, è un mercato ormai maturo e quello internazionale, dove è esposto in particolare in Brasile, tarda a far sentire i suoi effetti positivi. Per noi il target price è di €7, con un rating di Market perform, cioè farà in linea con il mercato”.

L’operatore di una Sim torinese che chiede di non essere citato afferma che “TIM è uno dei titoli telefonici più interessanti in Italia se non in Europa: non ha problemi di indebitamento, ha utili stabili e anche questi dati lo confermeranno; qualche problema – dice anche lui –viene dal fronte internazionale che ancora non è redditizio, mentre c’è da verificare l’impatto del GPRS (telefonini di seconda generazione e mezzo) sul mercato, su un orizzonte di circa sei mesi”.