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PIAZZA AFFARI CHIUDE IN CRESCITA CON I BANCARI

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Piazza Affari ha chiuso con gli indici in leggera crescita ad esclusione del nuovo Mercato. Il Mibtel ha segnato una crescita dello 0,24%, il Mib30 dello 0,22% e il Midex dello 0,75%. Al contrario il Numtel si è fermato a -1,69%.

La seduta era però partita con il piede sbagliato dopo il taglio del costo del denaro dello 0,25% deciso dalla Federal Reserve statunitense che non ha sortito gli effetti positivi sperati; la descrizione dello stato di salute dell’economia USA proposta nell’incontro monetario di martedì preoccupa fortemente gli investitori che, in avvio di giornata, hanno trasformato in ordini di vendita la loro perplessità sul futuro della borsa stelle e strisce.

Spartiacque della prima parte della seduta è stata la pubblicazione dell’indice Ifo tedesco che indica la fiducia delle imprese tedesche, salito a 89,8 da 89,5 di giugno. Il dato migliore delle attese ha riportato il denaro sul listino italiano così come su quelli europei. (Vedi anche Piazza Affari torna positiva dopo indice Ifo)

Nel pomeriggio l’apertura tonica di Wall Street sembrava poter dare nuova benzina al mercato, ma il successivo rallentamento di Dow Jones e Nasdaq hanno limato anche i guadagni di Piazza Affari.

“La seduta odierna non è stata caratterizzata da una grande attività – commenta un trader di Rasfin Sim – se non su qualche tema mirato. Di fatto il mercato è ancora preoccupato per i problemi economici a livello mondiale e così si va senza direzionalità”.

“Oggi, finalmente, si è registrato il ritorno di interesse su comparto bancario sia nella speranza di un taglio di tassi da parte della Banca Centrale Europea sia per l’affievolirsi per il momento delle pressioni in argentina” aggiunge l’operatore.

Il Fondo Monetario Internazionale ha dato, infatti, il via libera a nuovi finanziamenti pari a $8 miliardi per l’Argentina, che in cambio si è impegnata ad applicare le misure di austerità varate il mese scorso.

Nel dettaglio, a Piazza Affari si sono fatti notare i titoli degli istituti di credito che vengono premiati dagli investitori dopo l’allentarsi delle pressioni nel continente sudamericano. Tra i migliori Intesa, San Paolo Imi e Mps.

Seduta in denaro anche per i titoli del risparmio gestito che più di altri potrebbero godere del calo del costo del denaro nell’area Euro se nella prossima riunione la BCE decidesse di seguire le orme della Fed.

Positivi anche i titoli energetici grazie al rialzo del prezzo del greggio, dopo la riduzione delle scorte statunitensi che nell’ultima settimana sono scese al livello più basso di marzo 2001. L’ultimo dato evidenzia un calo degli stock di 5,39 milioni di barili rispetto a un solo milione atteso dagli analisti.

A Piazza Affari i titoli che beneficiano di un rincaro del prezzo del greggio sono ENI, Italgas e Saipem.

Il titolo Italgas gode anche delle speculazioni su una possibile vendita della società (Vedi anche sezione RUMORS

che trovate sul menu in cima alla pagina).

Nella scuderia dei titoli telefonici si conferma la discesa delle holding, Pirelli e Olivetti. Sulla holding di Ivrea si rincorrono le voci per un possibile piano per la riduzione del debito, attraverso un aumento di capitale, alla luce anche del rischio per il gruppo Pirelli-Benetton dell’obbligo di lanciare un’Offerta pubblica d’acquisto (Opa) totale su Olivetti di cui detiene, calcolatrice alla mano, il 30,7% del capitale.

Secondo quanto comunicato, infatti, dalla Consob nel pomeriggio, Pirelli & C, al 9 agosto scorso, deteneva il 5,676% di Olivetti.

Aggiungendo questa quota a quanto già in possesso della Newco (23,18%) e alle Edizioni Holding (1,84%), il gruppo capeggiato da Tronchetti Provera possiede il 30,7% del capitale della holding di Ivrea. Per la legge Draghi dovrebbe scattare l’Opa a cascata su Olivetti, Telecom e TIM a meno che Pirelli non proponga rapidamente un aumento di capitale per diluire la propria quota. L’ipotesi come già anticipato da Wall Street Italia nella sezione RUMORS

è allo studio da parte del gruppo che ha dato la scalata all’ex impero di Colaninno. (Vedi anche Olivetti: Pirelli rischia opa a cascata)

Nel mondo finanziario ha tenuto ancora banco l’affare Sai-Fondiaria. Carlo Ciani, amministratore delegato di Sai, ha escluso categoricamente un’offerta pubblica d’acquisto su Fondiaria come richiesto dalla Consob.

Negando che Sai abbia agito assieme a Mediobanca, quando ha acquistato il 28,7% di Fondiaria da Montedison, Ciani, in un’intervista con Il Sole24Ore, ha detto che ricorrerà al Tar e al Consiglio di Stato per combattere la decisione della Consob. (Vedi anche Sai esclude Opa su Fondiaria)

Ieri è terminata l’Offerta d’acquisto di Italenergia su Edison e Montedison e la forte riduzione del flottante in circolazione delle ultime due ha portato Borsa Spa ad escluderle dal Mib30. I due titoli hanno così subito l’adeguamento dei fondi che al contempo hanno aumentato la loro esposizione su Bulgari e Hdp che passano nel listino delle Blue Chips. (Vedi anche Pesanti Montedison ed Edison e anche Piazza Affari si prepara a nuovi arrivi sul Mib30)

Il Nuovo Mercato ha viaggiato in calo appesantito dalle vendite su Tiscali che oggi ha subito il rating di Lehman che ha confermato la raccomandazione di vendita con target a €7. (Vedi anche Nuovo Mercato: Lehman Brothers boccia Tiscali)

Tra gli editoriali pesante Seat Pagine Gialle anche oggi coinvolto nella spirale ribassista che da giorni l’affligge. Il titolo stamani ha toccato i minimi a €1,046, il livello più basso da inizio 1999. SU SEAT VEDI:


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