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PIAZZA AFFARI CEDENTE A META’ SEDUTA: -1,45%

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Piazza Affari non accenna a rimbalzare e anzi prosegue nella sua fase di correzione in un quadro generalmente depresso sulla scia della pesante chiusura del Nasdaq di venerdì scorso. Il Mibtel cede l’1,45% a 32.258 punti; il Mib30 lascia l’1,52% a 46.841. Tra tutte le 30 blue chips solo Enel e Comit hanno il segno più, ma la loro crescita è sottilissima, pari rispettivamente a +0,07% e +0,01%.

Il tema del giorno resta legato a Mediobanca, che con l’uscita della francese Lazard rafforza la propria compagine e si mette maggiormente al riparo da eventuali azioni ostili.

I telefonici restano deboli, per una rotazione dei capitali che si sono indirizzati ormai da diverse sedute verso i titoli bancari, gli assicurativi e le utilities.

“Ma il fatto positivo – osserva Donatella Principe, analista di Banca Popolare di Vicenza – è che a differenza di altre volte, quando i capitali lasciavano le telecomunicazioni e uscivano dal mercato rendendolo sottile e volatile, ora i capitali restano, volgendosi verso altri settori. La questione è trovare spunti solidi all’interno dei comparti più in crescita”.

Per quanto riguarda il listino in generale “siamo in presenza di un movimento laterale, comunque poco legato all’effetto elezioni americane”, spiega Principe. L’andamento per i prossimi giorni resta incerto, anche perché in Italia sono ancora attesi importanti dati trimestrali. Oggi tocca a Mediaset e a Unicredito; domani a Finmeccanica.

Ecco una carrellata sui titoli da tenere d’occhio.

Bipop. Il titolo cede l’1,18% a 8,65 euro. “Il suo andamento ci lascia perplessi – ammette Principe – sicuramente è associato al comparto tecnologico e per questo sulla scia del Nasdaq perde terreno; tuttavia tanto ribasso non è giustificato. Anzi è un titolo che offre ottime prospettive”.

Finmeccanica. Il titolo cede il 2,47% a 1,266 euro. “E’ fin troppo correlato a StMicroelectronics – afferma l’analista di Popolare Vicenza – e bisogna ammettere il duro colpo accusato con l’uscita della tedesca E.ON dall’operazione sulle centrali messe in vendita da Enel; tuttavia vedo prospettive di salita, confermate dal target price recentemente attribuito al titolo, sul livello di 1,8 euro”.

Telecom Italia e Tim. Di Telecom non è piaciuta molto la trimestrale, “ma sono state confermate le prospettive di indebitamento,e questo permette di non vedere rischi in agguato per il 2000 – spiega Principe – quanto a Tim, il mercato apprezza la razionalizzazione della struttura con l’accorpamento delle attività di telefonia mobile”. Ora che il mercato ha virato verso altri comparti, i titoli si trovano vicini a supporti importanti che rappresentano “ottime occasioni”. Telecom Italia quota 12,87 euro con un ribasso dell’1,81%. Raggiunto il supporto di 12,6 euro l’analista consiglia di comprare. Tim passa di mano a 9,41 euro con un ribasso dell’1,7%. Al supporto di 9,15 euro, anche qui, il consiglio è di comprare.

Espresso. Nel breve termine, come per tutto il comparto dei media non è appetibile, “ma nel medio periodo conviene posizionarsi su Espresso, in vista della quotazione di Kataweb e dei forti investimenti attesi da parte di Unicredito”, dice l’analista di Popolare Vicenza.

Ras. Nel comparto degli assicurativi è un titolo solido, “ma forse ora è meglio alleggerire, visto che dall’inizio dell’anno è cresciuto di oltre il 100%”.

Pirelli. “E’ un titolo da prendere in considerazione nel medio periodo: soprattutto se corregge il consiglio è di acquistare; nel breve invece – afferma Principe – è reso ancora troppo volatile dalle infinite voci su un possibile ingresso in Olivetti, sulla vendita o meno del patrimonio immobiliare, sull’accorciamento o meno della catena di controllo”.