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Più azioni e meno obbligazioni nel portafoglio 2015

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NEW YORK (WSI) – Più azioni e meno obbligazioni, ma in generale più investimenti alternativi, meno strumenti tradizionali all’interno di un contesto che impone maggiore cautela e riduzione dei rischi. Così gli investitori istituzionali che operano su scala globale, italiani e no, hanno impostato le strategie di portafoglio per il 2015 e per orizzonti di lungo termine.

È quanto emerge dall’ultima ricerca di Natixis Global Asset Management, secondo cui gli investitori istituzionali italiani sono risultati i più preoccupati per la situazione europea e per l’andamento dei tassi d’interesse. Più di un quinto (23%) considera i problemi economici in Europa come il maggiore rischio per il 2015, seguito dall’aumento dei tassi di interesse (16%) e dalla crescente correlazione tra i mercati finanziari (12%).

Gli intervistati su scala globale temono inoltre l’evolversi degli eventi geopolitici e il rallentamento dell’economia cinese. Nel dettaglio, secondo gli intervistati le quattro potenziali minacce alla performance degli investimenti nel prossimo anno sono rappresentate dagli eventi geopolitici (per il 17% degli investitori a livello globale), dai problemi economici dell’Europa (13%), dalla crescita più lenta della Cina (12%) e dall’aumento dei tassi di interesse (11%).

Sempre in tema di rischi, la maggioranza degli investitori italiani (84%) è preoccupata se potrà ottenere ritorni, dei rischi che non possono essere coperti (80%) e dello scenario attuale di bassi rendimenti (72%).

Per gestire tali rischi, gli investitori istituzionali italiani utilizzano principalmente strategie di risk budgeting (46%) e un peso maggiore verso asset non correlati (41%). Oltre la metà (53%), infatti, ritiene che gli obiettivi di rendimento debbano essere indipendenti dalle performance dei mercati.

“Gli investitori istituzionali rappresentano una fonte importante per le finanze di lungo termine e i fondi pensione in particolare devono ottenere sufficienti ritorni per far fronte alle necessità attuali e future, specialmente nel momento in cui i beneficiari vivono più a lungo” – afferma Antonio Bottillo, Amministratore Delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management.

“Questi dati confermano come, anche in Italia, gli istituzionali siano sempre più alla ricerca di nuove tecniche di investimento capaci di assistere e aiutare i clienti a raggiungere obiettivi di lungo termine”.

Preferenza per le azioni, ma ancora molto prudenti.

Guardando al 2015, gli investitori istituzionali sono consapevoli del trend al rialzo dei tassi di interesse e prediligono le azioni. Secondo la ricerca, gli investitori a livello globale prevedono di modificare i loro portafogli obbligazionari e la loro asset allocation nel momento in cui i tassi saliranno.

Gli istituzionali in Italia sono quelli che maggiormente intendono posizionarsi su obbligazioni con duration più corta (60%) o dichiarano di ridurre la loro esposizione al reddito fisso (58%).

Il 43% degli investitori intervistati a livello globale prevede che l’azionario sarà l’asset class migliore nel 2015, con le azioni degli Stati Uniti al di sopra di quelle di tutte le altre aree geografiche. Un altro 28% vede gli asset alternativi come i top performer, con il private equity al primo posto in questa categoria.

In linea con i dati globali, gli istituzionali italiani vedono il private equity (19%), l’azionario globale (16%) e l’azionario dei mercati emergenti (16%) come le asset class con le migliori performance nei prossimi 12 mesi. (mt)