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PETROLIO SU, MA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI RESTA ALTA

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* Antonio Cesarano e’ il responsabile dell’ufficio ricerca MPS Finance. Il contenuto di questo articolo esprime esclusivamente il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

L’indice che misura la fiducia dei consumatori Usa di agosto, ha nettamente sorpreso le aspettative che in media segnalavano la possibilità di un calo. La sottocomponente inerente la situazione corrente ha addirittura raggiunto il livello massimo degli ultimi 4 anni circa, grazie ad un netto migliormento della percezione delle condizioni del mercato del lavoro dove
è aumentato il numero di coloro che hanno dichiarato di percepire una maggiore difficoltà nel reperire lavoro mentre è diminuito il numero di coloro che invece hanno segnalato un’abbondante disponibilità di posti di lavoro, superando in percentuale (per la prima volta dall’ottobre del
2001) la sottocomponente prima citata.

Il dato è risultato davvero sorprendente, alla luce della continuazione del rally del petrolio e del marcato calo registrato dall’indice della fiducia pubblicato dall’università del Michigan.
Il dato di oggi lascia ipotizzare un dato positivo in term di non farm pay rolls in pubblicazione il prossimo venerdì. Allo stesso tempo testimonia come la dinamica dei redditi personali stia
ancora sostenendo vigorosamente la spesa, probabilmente grazie ancora al supporto offerto dal settore immobiliare.

Il dato sugli ordinativi industriali di luglio ha invece segnato un calo meno marcato delle attese (-1,9% m/m. vs attese in mediana di —2,3%).
Gli ordini di beni capitali al netto di difesa ed aerei sono stati rivisti al ribasso ( da -3,7 a -4,1%) rispetto alla pubblicazione dello scorso 24
agosto. Secondo calo mensile consecutivo delle consegne di beni capitali al netto della componente difesa ed aerei.

Malgrado il buon dato sull’indice di fiducia dei consumatori, i mercati obbligazionari continuano ad evidenziare rendimenti in calo. Gli operatori
sono preoccupati in questo momento soprattutto dai prezzi del petrolio, nuovamente in prossimità dei 70$/b in seguito ai danni provocati dall’uragano Katrine.

Evidenziamo però come il mercato obbligazionario Usa stia evidenziando una reattività decrescente rispetto all’entità dei rialzi del prezzo del
greggio. Nell’ultima settimana il prezzo del greggio è infatti passato da 65 a 70$/b a fronte di tassi decennali Usa che sono rimasti sostanzialmente fermi al 4,15%. Di consegeunza, laddove venissero meno le tensioni di breve
termine legate all’uragano Katrine e soprattutto in corrispondenza di un buon dato sui non farm pay rolls, non è inverosimile immaginare una lieve
correzione al rialzo dei tassi di mercato.

Lo scenario di base rimane al momento sempre improntato alla possibilità della ripresa di un trend rialzista dei tassi di marcato ma in modo molto graduale e con correzioni anche marcate al ribasso, il che rende di difficile implementazione strategie di allocazione di portafoglio basate su
drastiche riduzioni di duration