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PETROLIO: MINISTRO INDONESIA, RESTERA’ ATTORNO AI $50

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Il prezzo del petrolio si aggirerà, anche durante la prossima metà dell’anno, attorno ai 50 dollari. Ne è convinto il ministro indonesiano dell’Energia, Purnomo Yusgiantoro, secondo il quale le quotazioni del greggio pagano la crescente domanda e la costante incertezza sulla produzione irachena, e non subirebbero alcun significativo ribasso in caso di un aumento delle estrazioni da parte dei Paesi Opec.

Parlando a Darwin, in Australia, dove è in corso una conferenza regionale sull’energia, Purnomo ha reagito freddamente alle notizie di un appello dell’Unione europea all’Opec per una maggiore produzione e prezzi più bassi, spiegando, in un’intervista a Reuters, che l’Opec già “attualmente è in sovraproduzione, ma i prezzi del greggio restano alti”.

In precedenza, lo stesso ministro indonesiano aveva detto che l’Opec avrebbe preso in esame le quote di produzione nell’appuntamento del 15 giugno, quando i Paesi del Cartello si sarebbero incontrati proprio per definire la strategia per la seconda metà dell’anno. Venerdì scorso il greggio ha chiuso a New York a 55,03 dollari al barile, il livello più alto da un mese e mezzo, a causa dell’avvio della stagione dei viaggi negli Stati uniti, che ha fatto aumentare i prezzi della benzina e ridurre le scorte di carburante, creando timori per le riserve dell’ultimo trimestre.

Lo stesso segretario Usa al Tesoro, John Snow, aveva quindi giudicato i prezzi dell’energia “troppo alti e non bene accetti”, spiegando che possono frenare la crescita, nonostante i buoni risultati mostrati dall’economia americana. L’Opec attualmente produce circa 30 milioni di barili al giorno, il livello più alto degli ultimi 25 anni, consentendo ai suoi 10 Paesi membri con quote superiori ai 500.000 barili di superare i limiti ufficiali.