Economia

Petrolio, Goldman Sachs: “mercati poco convinti da rally prezzi”

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Il mercato petrolifero è poco convinto del recente rally dei prezzi e in particolare gli investitori non credono che la disciplina dei produttori degli Stati Uniti possa reggere. Così scrivono gli analisti di Goldman Sachs in una nota di ricerca, evidenziando che i prezzi del petrolio sono saliti quasi del 50% dalla metà dello scorso anno, ma che gli investitori si sono detti incerti su una serie di fattori che hanno spinto il rally.

Nella giornata di lunedì i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 2%, con il greggio Brent scambiato a circa 63,83 dollari nella mattina, in rialzo dell’1,6 percento. Il Wti americano con scadenza marzo si è riportato a 60,02 dollari al barile, dopo che venerdì era sceso sotto questa soglia toccando il livello più basso dal 22 dicembre scorso. A scatenare la fuga degli investitori era stata la crescita della produzione degli Stati Uniti ma anche il recente sell-off dell’azionario.

Nel 2017 Goldman Sachs ha detto che “ha continuato ad avere una prospettiva di consenso superiore per la domanda globale di petrolio“. Alla fine dello scorso anno, la banca d’affari ha alzato le sue previsioni sui prezzi del Brent per il 2018 a 62 dollari al barile e la sua proiezione Wti a 57,50 dollari al barile. Le revisioni sono aumentate rispettivamente da 58 dollari al barile e 55 dollari al barile.

Intanto nel report mensile di febbraio, l’Opec ha alzato lievemente le stime sulla domanda mondiale di petrolio quest’anno, grazie alla ripresa economica mentre dal lato dell’offerta continua a segnalare la spinta degli Usa che “rimane preoccupante”. L’Opec vede un riequilibrio del mercato petrolifero solo verso la fine del 2018, con i barili extra prodotti dagli Stati Uniti e da altri produttori non aderenti al cartello che compensano il congelamento dell’offerta deciso dall’Organizzazione.