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Petrolio a $200: gli effetti su economia e investimenti

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Roma – Cosa accadrebbe all’economia globale se i prezzi del petrolio dovessero continuare a salire? Qual è, in definitiva, lo scenario a cui si assisterebbe nel caso in cui le quotazioni del greggio arrivassero a salire fino alla soglia di $150 al barile: o peggio, fino a $200? A queste domande risponde Standard Chartered, che rende noti i risultati di un suo “stress test” effettuato sull’economia, ma anche su vari tipi di asset.

I risultati a cui Standard Chartered perviene sono diversi: intanto, scrive la banca, allo stato attuale delle cose l’aumento dei prezzi del petrolio rallenterà la crescita dell’economia in modo solo marginale, traducendosi però in un rialzo dell’inflazione (a cui, di fatto, stiamo già assistendo).

Tuttavia, qualora le quotazioni del greggio dovessero raggiungere i $150 al barile, la crescita rimarrebbe intaccata e rallenterebbe in modo sostenuto; in corrispondenza poi di un valore ancora più alto, ovvero a $200, il quadro peggiorerebbe nettamente, e si entrerebbe in una nuova recessione.

Sul fronte delle politiche monetarie che saranno adottate in un contesto di rally del petrolio, secondo Standard Chartered molte banche centrali dei paesi emergenti e la stessa Bce continueranno ad alzare i tassi, proprio per combattere lo spauracchio -che ogni giorno diventa realtà – della crescita delle pressioni inflazionistiche.

La Fed, invece, in caso di prezzi a $150 al barile, andrebbe nella direzione opposta e non solo non alzerebbe i tassi di interesse, ma adotterebbe una nuova misura di quantitative easing, dunque un QE3, proprio per scongiurare il pericolo relativo all’arrivo di una nuova recessione. A tal proposito, da segnalare che la Fed si focalizza nelle sue decisioni di politica monetaria più sull’inflazione core.

Le stime di Standard Chartered non finiscono però qui; previsioni sono state formulate, infatti, anche riguardo agli spread sui debiti, che con prezzi del greggio a $220 al barile, schizzerebbero secondo l’istituto verso l’alto scontando i timori sulla recessione.

Cosa dire, infine, sugli effetti che nuovi rally del petrolio avrebbero sul mercato forex? Il dollaro dovrebbe indebolirsi nella fase iniziale, ma non se i prezzi del greggio dovessero raggiungere i $200 al barile.

La banca afferma poi di guardare con favore, al momento, alla costruzione di posizioni lunghe sulla rupia indonesiana: siate short, dice invece, sul baht thailandese, sul peso delle filippine e sulla rupia indiana. Tra le commodities, SC rimane infine bullish sugli alimentari, sull’alluminio e sull’oro.