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Per certi liberi professionisti la pressione fiscale tocca il 90%

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New York – In una lettera che gira su Twitter da questa mattina, un contabile ha fatto qualche calcolo per offrire un esempio pratico di quanto la pressione fiscale pesi al netto sui guadagni di un avvocato medio in Italia di questi tempi.

Il caso e’ sicuramente singolare e viene riportato come segue: “Partiamo dal presupposto che un cliente paghi al legale libero professionista una parcella di euro 10.000”, esordisce il contabile nel documento pubblicato sul suo blog dalla trader e manager di portafogli di investimento Lema Sabachtiani.

“Se si detrae l’IVA al 21%, restano 7.900 euro. Se a quel punto si detrae il 4% di CPA, si arriva a quota 7.500”.

A questo punto senza considerare alcuna spesa ulteriore, ma fingendo che sia un reddito puro, detraiamo le seguenti voci: 45% IRPEF e 6% IRAP. Si toglie quindi una somma pari a 3.825 euro.

“Restano ancora 3.675 euro dei 10 mila iniziali. Ma la previdenza della cassa per una pensione a 70 anni pesa ancora per il 13% sul reddito lordo. Tolgo dunque un altro 13% calcolato su 7.500. Ancora meno 975 e restano 2.700”.

Ma il commercialista si accorge di non aver ancora calcolato le tasse una tantum, come rifiuti, bollo auto e simili, che per mero forfait si possono calcolare in un ulteriore 5% del reddito imponibile lordo e quindi meno 375. Rimangono percio’ 2.325 euro.

“A questo punto se si deve fare qualche spesa su cui si paga il 21% di IVA e quindi 488, restano 1.837 euro netti”.

Non sono state pero’ ancora considerate tutte le spese di produzione di reddito. Solo con questo conto, il peso delle imposte e di previdenza obbligatoria e’ dell’82%.

Ovviamente la situazione è peggiore di quella descritta, perché molte spese non si possono scaricare e su alcuni beni importanti come benzina si paga circa il 75% di imposta.

Insomma, su una parcella di partenza di euro 10.000 ne restano in teoria alla fine 1.800 in tasca all’avvocato. Ma la verita’ e’ che sono ancoro meno. Se si considerano veramente tutte le spese, resta circa il 10% della somma di partenza.

Nei primi otto mesi del 2012 le entrate tributarie sono state pari a 257,121 miliardi di euro, in aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo comunica Bankitalia nel Supplemento al Bollettino statistico sulla finanza pubblica.

Nel solo mese di agosto le entrate tributarie sono state pari a 35,310 miliardi di euro, in calo rispetto ai 35,949 miliardi di euro di agosto.