Economia

Pensione anticipata: bocciata proposta a costo zero di Boeri

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ROMA (WSI) – Ma la minoranza del Partito Democratio ha detto no alle proposte di Tito Boeri, numero uno dell’Inps, e del vice capo del Tesoro Enrico Morando.

Un taglio di fino al 30% sugli assegni pensionistici in caso di uscita dal mondo del lavoro anticipata, con l’obiettivo di non andare a fare pesare sulle casse statali la misura pro flessibilità in uscita.

Il vice ministro all’Economia proponeva sostanzialmente una misura a costo zero per le casse dello Stato e quindi con significative penalizzazioni sugli assegni previdenziali.

Il presidente dell’Inps e professore della Bocconi propone invece di ricalcolare le pensioni con il sistema contributivo. “Due ipotesi che si equivalgono – ha detto l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano – e che portano a un taglio del 30% della pensione”.

Il parlamentare di ‘Sinistra è cambiamento’ e il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta hanno avanzato invece una proposta che prevede un taglio del 2% dell’assegno previdenziale per ogni anno di anticipo.

Le ipotesi della minoranza del PD prevedono anche la possibilità di avere la pensione d’anzianità con 41 anni di contributi previdenziali, oppure di ottenere il prepensionamento a 62 anni, con 35 anni di contributi e l’8% di penalità sul trattamento pensionistico.

Damiano vuole evitare a tutti i costi “gravi penalizzazioni sulle pensioni ai danni lavoratori” come avvenuto per esempio con la famigerata ‘legge Fornero’ sotto il governo Monti. Allo stesso tempo le finanze pubbliche allora hanno potuto respirare, mentre le proposte sul tavolo parlamentare attualmente non saranno a impatto zero sulle casse statali come erano le idee di Boeri e Morando.

(DaC)