Società

Pd oltre 30%: grande forza politica che non può governare

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Roma – A prescidere da come andra’ il dibattito televisivo tra i candidati alle primarie del centro sinistra, nello scenario politico italiano al momento c’e’ una sola certezza: il Partito democratico è ormai l’unica grande forza in campo.

Non solo perché raccoglie quasi un terzo dei consensi ma perché tra il partito di Bersani e gli altri, compreso il movimento di Grillo, c’è una distanza abissale. Le primarie anno contribuito a restituire al Pd un’identità forte e riconoscibile. Il processo di selezione del leader è una competizione vera, aspra, ma iscritta indubbiamente nel campo riformista. E questo l’opinione pubblica lo avverte.

Anche il Movimento 5 Stelle aumenta i consensi, ma su un terreno diverso: si nutre della crisi dei partiti e si colloca all’interno della frattura del sistema politico. Una frattura che, invece, il Pd cerca di colmare offrendo un’alternativa sia al governo dei tecnici che alla deriva astensionista.

Se si votasse oggi la partecipazione rischierebbe di fermarsi sotto il 50%. Una soglia di codice rosso, come hanno dimostrato le recenti elezioni siciliane, dove solo il 47% degli elettori si è recato alle urne. Servirebbe un’iniezione di buona politica e di senso di responsabilità. Ciò che chiede, da mesi, il Presidente Napolitano.

Il dibattito intorno alla soglia minima per far scattare il premio di governabilità – che porterebbe il partito e le coalizioni vincenti a ottenere almeno il 55% dei seggi è paradossale. Il principio che per governare il Paese occorre una maggioranza qualificata di voti è giusto. E sicuramente andava definito quando fu varato il Porcellum.
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Ma stabilire oggi, a pochi mesi dalle elezioni, una soglia cosí alta, come propongono Udc e Pdl, rischia di impedire al sistema di adeguarsi in tempo con un’offerta politica. E soprattutto significa non aver capito la crisi in cui è precipitato il Paese.

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