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PARMALAT, CALVARIO IN BORSA

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Un’altra tegola si abbatte sulla crisi della Parmalat. E per il titoli della società inizia un’altra giornata di passione in Borsa. Dopo che la Bank of America ha disconosciuto un documento datato 6 marzo 2003, che attestava l’esistenza di posizioni in titoli e liquidità per circa 3.950 milioni di euro al 31 dicembre 2002 di pertinenza di Bonlat, società facente parte del gruppo Parmalat, e in attesa del cda urgente convocato per questo pomeriggio da Enrico Bondi, a Piazza Affari le azioni sono state ripetutamente sospese al ribasso.

E’ accaduto per ben dieci volte, con i titoli che ogni volta hanno tentato di rientrare nelle contrattazioni ma sono sempre stati tenuti fuori perchè in caduta libera. Attualmente un azione Parmalat vale il prezzo teorico di 0,51 euro, per un crollo del 42%. L’ultima sospensione al ribasso è stata decisa alle 13.20, sempre con il valore teorico per azione di 0,51 euro.
Ora i titoli resteranno sospesi fino all’asta di chiusura.

Il tonfo della società alimentare trascina in basso anche le azioni delle banche più direttamente coinvolte nella vicenda. Intorno alle 13.20, Capitalia affonda del 7,91% a 2,295 euro, Intesa perde il 5,88% a 3,12 euro, il Credem il 4,92% a 5,83 euro. Pesanti le perdite anche per Popolare Lodi (-4,03% a 8,73), Bnl (-3,99% a 1,925 euro), Sanpaolo Imi (-3,06% a 10,65 euro) e Mps (-2,98% a 2,64 euro).

Intanto, arriva sulla vicenda un comunicato ufficiale della società, nel quale si conferma che “in data 17 dicembre 2003 la Bank of America N.A., New York Branch, ha informato la Grant Thornton, revisore della Bonlat Financing Corporation, società della Cayman Island facente parte del gruppo Parmalat, di non intrattenere ‘un conto’ con la suddetta Bonlat. Inoltre la Bank of America ha disconosciuto l’autenticità di un documento del 6 marzo 2003 che attestava l’esistenza di posizioni in titoli e liquidità corrispondenti a circa 3.950 milioni di euro al 31 dicembre 2002 di pertinenza di Bonlat”.

La lettera della Bank of America – aggiunge la nota di Parmalat – fa seguito ad una richiesta di Grant Thornton, e tali informazioni “sono state fornite alla Parmalat dalla Consob nel tardo pomeriggio del 18 dicembre”.

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