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Panama Papers, evasione fiscale planetaria: i nomi

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ROMA (WSI) – Una mole di informazioni inedite che gettano luce sul mondo opaco della finanza offshore e dei paradisi fiscali. I Panama Papers di cui tanto si parla sono uno scandalo planetario, destinato ad allargarsi e a far uscire tanti scheletri dall’armadio di leader politici, sportivi, celebrità e imprenditori di tutto il mondo (leggi elenco dei nomi più in basso).

Le prime pagine di 107 redazioni internazionali in 76 paesi differenti, testate coordinate dal Consorzio internazionale di giornalismo investigativo (ICIJ) sulla base di 2,6 terabyte di dati – di cui quasi cinque milioni di email e oltre due milioni di documenti .pdf – consegnati da una fonte interna allo studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama, rivela i segreti di politici e personalità coinvolte nell’utilizzo di paradisi fiscali, tramite l’utilizzo di migliaia di aziende. Si tratta della più grande fuga di notizie sul mondo della finanza.

Si parla di 11,5 milioni di dati provenienti dagli archivi del gabinetto legale panamense specialista della residenza di società offshore, riguardanti affari fatti tra il 1977 e il 2015, in quella che è la maggiore rivelazione mai sfruttata dai media nella storia dell’informazione. I Panama Papers rivelano che capi di Stato, ricconi miliardari, grandi nomi dello sport e del mondo dello spettacolo hanno fatto ricorso a delle “montature” offshore per poter evitare di pagare le tasse in patria.

Coinvolti Unicredit, Putin e Montezemolo

Tra la mole record di documenti – si parla delle rivelazioni più grandi della storia, dieci volte pari a Wikileaks – compaiono nomi di personaggi eccellenti e anche due grandi istituti di credito italiani come Unicredit e Ubi Banca, nonché la banca tedesca Commerzbank e la francese Société Générale. Non solo: i file panamensi – secondo quanto riportato da l’Espresso – “aggiungono particolari inediti su vicende giudiziarie come il caso dell‘eredità di Nino Rovelli, il re della chimica anni Settanta”.

Mossack Fonseca non risulta essere un consulente fiscale della capogruppo”, è stata la replica del portavoce di Unicredit citata nell’articolo di L’Espresso, in cui si precisa che “i file segreti raccontano una storia più articolata. La banca milanese in effetti ha avuto relazioni d’affari con lo studio panamense per la gestione di circa 80 società offshore. Per esempio la Baracaldo inc. e la Overshoot inc. entrambe di Panama, oppure la Nemo partners Ltd, registrata alle Isole Vergini britanniche. Nel 2010 però Unicredit prende le distanze”.

Nei documenti top secret su quasi quarant’anni di affari sporchi, ai limiti della legalità, figura anche il nome di Giuseppe Donaldo Nicosia, sotto inchiesta a Milano per frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Un’inchiesta in cui è coinvolto anche l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa”.

Coinvolti nello scandalo di evasione fiscale anche il presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo e il pilota italiano di Formula Uno Jarno Trulli.

Tra i grandi personaggi a livello globale spicca il caso del presidente russo Vladimir Putin. Il suo nome non appare mai nei documenti, ma il coinvolgimento è evidente. Banche, società e persone legate al leader del Cremlino, spiega Il Guardian, “hanno guadagnato milioni di dollari da una serie di affari che non avrebbero potuto essere assicurati senza il suo appoggio”.

Panama Papers: il giro di affari "sporchi" di Vladimir Putin

Coinvolti nello scandalo sono anche il capo dell’Uefa Michel Platini, al momento sospeso per via di un’inchiesta in corso su un pagamento sospetto ricevuto dall’ex presidente della Fifa Joseph Blatter, il neoeletto presidente argentino, il presidente ucraino e il primo ministro islandese.

Non si parla degli affari stretti da una banca a Panama, ma di 21 paradisi fiscali per centinaia di paesi coinvolti, dal Lussemburgo a Panama, passando per la Svizzera, le Isole Vergini e le Seychelles, Montecarlo e le Bahamas. Non si tratta di una sola banca o di uno schema ottimizzazione fiscale organizzato appositamente per una multinazionale, come nel caso dei LuxLeaks del 2014, qui ci troviamo di fronte a una mappa completa della finanza mondiale che è stata espressamente tenuta segreta, lontano dallo sguardo delle autorità fiscali.

Senza le rivelazioni di una fonte anonima interna allo studio legale, queste informazioni sarebbero restate coperte per sempre. La miniera d’oro di informazioni è stata svelata a partire dal 2015 da una fonte anonima, che si è rivolta al giornale di Monaco di Baviera Suddeutsche Zeitung. Da quel momento la seconda banca di Germania, Commerzbank, è finita nel mirino degli inquirenti per frode fiscale. Grazie anche alla collaborazione tra la testata tedesca e il Consorzio ICIJ, esperto in maniera di inchieste giornalistiche internazionali, si è poi capito che la banca non era la sola ad aggirare il fisco.

Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Alitalia
Former Ferrari CEO Luca di Montezemolo as he was arriving for the M100 Media Prize 2012 in Potsdam, eastern Germany on September 6, 2012. The media prize is awarded to ECB President Mario Draghi for his effort to preserve the euro and to stabilise the Eurozone. AFP PHOTO / ODD ANDERSEN (Photo credit should read ODD ANDERSEN/AFP/GettyImages)

La lista dei clienti più importanti

Sono 12 i capi di stato o di governo coinvolti, di cui sei in attività. Sono 128 i dirigenti politici e alti funzionari pubblici, più 29 delle 500 persone più ricche al mondo, diversi funzionari di intelligence e centinaia di italiani.

Ancora non si conoscono i ruoli esatti e l’ampiezza della presunta frode fiscale di ciascuno. Ma il legame con il centro finanziario “tossico”, che si rifiuta di cooperare con gli Stati stranieri nella lotta contro l’evasione fiscale, è dimostrato dalle montagne di documenti resi noti.

  • Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina
  • Mauricio Macri, presidente dell’Argentina
  • L’entourage di Vladimir Putin, presidente russo
  • Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, ex premier del Qatar
  • Khalifa bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, presidente degli Emirati arabi uniti ed emiro di Abu Dhabi
  • Ahmad Ali al-Mirghani, presidente del Sudan
  • Pavlo Lazarenko, ex primo ministro dell’Ucraina (condannato a otto anni per riciclaggio)
  • Davíð Gunnlaugsson, primo ministro dell’Islanda
  • Ayad Allawi, ex premier dell’Iraq
  • Ali Abu al Ragheb, ex primo ministro della Giordania
  • Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani, ex emiro del Qatar
  • Salman bin Abdulaziz bin Abdulrahman Al Saud, re dell’Arabia saudita
  • L’ex premier georgiano Bidzina Ivanishvili
  • Lionel Messi, stella argentina del calcio
  • Il pilota italiano di Formula Uno Jarno Trulli
  • Il padre di David Cameron, premier britannico
  • I cugini del presidente siriano Bashar al-Assad
  • La famiglia del presidente dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev
  • I figli del primo ministro del Pakistan
  • Il figlio dell’ex presidente d’Egitto Mubarak
  • Il nipote di Jacob Zuma, presidente sudafricano
  • La figlia dell’ex premier cinese Li Xiaolin

Fonti principali: L’Espresso, ICIJ