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P4: Tremonti in trincea, si dimette l’adviser economico del ministro dell’Economia

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Marco Milanese si dimette da consigliere economico del ministro Tremonti. Lo annuncia lo stesso deputato, spiegando che intende cosi’ ”salvaguardare l’importante ufficio dalle polemiche sollevate da una doverosa testimonianza, in un momento cosi’ delicato per la stabilita’ economica e politica del Paese”.

ANM VALUTERA’ ESPULSIONE PAPA – Il comitato direttivo centrale dell’Anm ha deciso di investire il collegio dei probiviri ”per valutare la permanenza” dell’ex magistrato Alfonso Papa nell’Associazione, alla luce di quanto emerso in seguito al suo coinvolgimento nell’inchiesta P4. La decisione e’ stata presa a larghissima maggioranza, con alcune astensioni, tra cui quella – per motivi di opportunita’ – di Francesco Greco, procuratore aggiunto di Napoli e coordinatore dell’inchiesta P4.

”La priorita’ – ha spiegato il presidente Luca Palamara a margine della convocazione del comitato direttivo centrale per discutere il caso Papa – non puo’ essere questa, ma deve essere mettere al centro la drammatica situazione degli uffici giudiziari. Altro che riforma epocale di questo passo non se ne dovra’ parlare piu’ perche’ molti uffici chiuderanno”.

”E’ davvero singolare che anziche’ occuparsi dei contenuti” dell’indagine della procura di Napoli sulla presunta P4 ”la politica si preoccupi di modificare la disciplina delle intercettazioni”. E’ il giudizio del presidente dell’Anm, Luca Palamara, che oggi presiede il comitato direttivo centrale dell’Associazione chiamato a decidere se investire del caso Alfonso Papa, deputato del Pdl e magistrato in aspettativa, il collegio dei probiviri per deciderne dell’eventuale espulsione dall’Anm.

”Non vorrei – ha sottolineato Palamara – che ci preoccupassimo della pagliuzza anziche’ considerare la trave”. Secondo il presidente dell’associazione delle toghe, ”i fatti che stanno emergendo sono gravi” ma ”ancora una volta si strumentalizzano le indagini penali e si rilanciano temi che poco hanno a che vedere con le riforme urgenti della Giustizia”. Palamara ricorda che l’Anm ”ha espresso in piu’ occasioni la necessita’ di selezionare e stralciare il materiale irrilevante, ma in questo momento penso che debba prevalere tutto quello che sta emergendo la cui valutazione deve essere stabilita da un giudice e non dalla politica o da un ministro”.

SCHIFANI: MISURA COLMA SI TROVI INTESA – ”Ormai la misura e’ colma e credo che con un grande gesto di volonta’ da parte di tutte le forze politiche si possa trovare una mediazione sulle intercettazioni senza che si gridi alla legge bavaglio”. L’auspicio e’ del presidente del Senato, Renato Schifani, che e’ in visita ufficiale a Lecce, e che si possa trovare un’intesa vista anche l’apertura del Pd sulla questione della pubblicazione delle intercettazioni sui giornali. Apertura che Schifani definisce ”un segnale importante”.

”Mi auguro – insiste la seconda carica dello Stato – che questo capitolo possa chiudersi definitivamente perche’ credo sia giunto il momento per maggioranza e opposizione evitare che il dileggio della privacy dei cittadini possa essere quotidiano”. Secondo il presidente del Senato il punto centrale e’ che ”occorre intervenire con la massima attenzione a non limitare le intercettazioni come metodo di indagine perche’ sono uno strumento strategico della giustizia”. ”Dobbiamo evitare pero’ – ribadisce Schifani – quello che sta succedendo in questi giorni, dove sono stati dati in pasto ai quotidiani discorsi tra persone magari non coinvolte nelle indagini, discorsi che non hanno nulla a che vedere con il penale”. ”Al Paese – conclude Schifani – interessano fatti concreti, chiedono alla politica di risolvere i problemi quotidiani e non e’ interessato al gossip, non e’ interessato a spiare attraverso il buco della serratura”.

Il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi, e’ indagato dalla procura di Napoli nell’inchiesta P4. I reati ipotizzati nei confronti dell’alto ufficiale sono rivelazione di segreto e favoreggiamento personale. Il generale Adinolfi, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto arrivare – tramite un’altra persona – notizie riservate sull’inchiesta a Luigi Bisignani, principale indagato per la P4: notizie che gli sarebbero arrivate da un altro generale della Gdf, il comandante interregionale dell’Italia meridionale Vito Bardi, in servizio a Napoli, anche lui indagato e che ha chiesto che si proceda per calunnia nei confronti di Bisignani e di eventuali altre persone che lo accusano. Il nome del generale Adinolfi sarebbe emerso nel corso di un interrogatorio al deputato del Pdl Marco Milanese da parte dei magistrati Francesco Curcio e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta. Il generale e’ stato gia’ interrogato dai pm e, secondo quanto si apprende, avrebbe negato ogni addebito. Successivamente tra i due vi sarebbe stato anche un confronto.