Mercati

Oro: prezzo si stabilizza, pesano tensioni in Medio Oriente

L’oro si è stabilizzato dopo i guadagni precedenti, a seguito della notizie che arrivano dal Medio Oriente e la controffensiva che Israele ha preparato contro l’Iran.

Inizialmente il petrolio è salito fino all’1,6%, mentre le preoccupazioni per un conflitto e più ampio in Medio Oriente hanno agitato i mercati globali.

Tuttavia i prezzi del greggio, dopo una fiammata iniziale oltre i 90 dollari al barile hanno poi ritracciato e intorno alle 9 di questa mattina i futures sul greggio Wti passano di mano a 84,24 dollari al barile in aumento dell’1,83% sul valore di ieri sera a New York ed il Brent è a quota 88,77 dollari, in aumento dell’1,91%.

Guerra in Medio Oriente: beni rifugio salgono

In tutto questo anche i beni rifugio sono saliti prima di ridurre la loro striscia vincente. Da metà febbraio, i metalli preziosi hanno fatto segnare record su record, spinti dalla prospettiva di un taglio dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, dalla prosecuzione degli acquisti da parte delle banche centrali e dalla forte domanda dei consumatori, soprattutto in Cina. Anche le tensioni internazionali hanno dato una spinta al metallo prezioso, che ha sfondato i 2.400 dollari la tonnellata all’inizio della giornata.

Gli operatori si stanno preparando a una risposta israeliana all’attacco senza precedenti dell’Iran con missili e droni dello scorso fine settimana. Un’esplosione è avvenuta nella città centrale iraniana di Isfahan, come ha riferito l’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars, mentre crescono le preoccupazioni per una rappresaglia israeliana. I voli sono stati sospesi a Isfahan e nelle città iraniane di Teheran e Shiraz, oltre che negli aeroporti ai confini occidentali del Paese, ha riferito l’agenzia di stampa iraniana Mehr.

Il contratto spot sull’oro è salito dello 0,3% a 2.384,98 dollari l’oncia alle 9:59 ora di Londra, non distante dal valore record di sempre testato a $2.431,29 venerdì scorso. Il Bloomberg Dollar Spot Index è salito dello 0,1%. L’argento e il platino sono rimasti invariati, mentre il palladio è sceso.

Bitcoin scende sotto i 60.000 dollari prima di rimbalzare in vista dell’halving

Guardando alle criptovalute, il Bitcoin è salito sopra i 64.000 dollari, rimbalzando da un calo sotto i 60.000 dollari, mentre la criptovaluta continua a sperimentare la volatilità in vista dell’imminente halving, l’evento di dimezzamento.

Secondo i dati di CoinDesk, il prezzo del bitcoin era di 64.739,04 dollari alle 6:15 circa, con un aumento di oltre il 5% rispetto a 24 ore prima.

Anche altre criptovalute sono salite. Ether è salito di oltre il 3%, mentre Solana ha guadagnato circa il 10%. Il Bitcoin era sceso sotto la soglia dei 60.000 dollari nella tarda serata di giovedì.