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Guerra in Medio Oriente: Israele attacca l’Iran. Tremano le Borse, petrolio corre

Israele mantiene le promesse. E all’alba di oggi, 19 aprile, sferra il contrattacco sull’Iran, dopo che Tehran tra sabato 13 e domenica 14 aprile aveva lanciato contro Israele un attacco con centinaia di droni e missili. L’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna ha annunciato che “in seguito all’attivazione della difesa aerea in alcune regioni del Paese, “non sono stati segnalati danni o esplosioni su larga scala”. Secondo quanto riferito da tre funzionari iraniani al New York Times l’attacco avrebbe colpito una base aerea militare nei pressi della città di Isfahan, nell’Iran centrale, a circa 350 km di distanza dalla capitale.

Gli Stati Uniti prendono le distanze e fanno sapere di non aver dato il via libera alla risposta israeliana all’Iran. Lo riporta la Cnn che cita fonti dell’amministrazione Biden. “Noi non avevamo approvato la risposta”, ha dichiarato un rappresentante del governo. L’attacco è stato lanciato poche ore dopo che il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian aveva detto proprio alla Cnn che se Israele avesse lanciato attacchi ci sarebbe stata una reazione “immediata e ai massimi livelli”.

L’aria di guerra che soffia in Medio Oriente mette in ansia i mercati finanziari. I timori, dopo le esplosioni che sono echeggiate nella notte in Iran, sono per un contesto di possibili ritorsioni. Per ora, tuttavia, una ritorsione immediata sembra esclusa. Questo almeno è quando ha detto un alto funzionario iraniano all’agenzia russa Tass.

Nikkei giù del 3%, peggior seduta in tre anni

Chiusura in forte calo per la Borsa di Tokyo che crolla di oltre mille punti e mette a segno la peggior seduta in tre anni.

In particolare l’indice di punta Nikkei, che durante la giornata è arrivato a perdere oltre il 3%, è sceso di 1.011,35 e ha chiuso le contrattazioni in ribasso del 2,66% a 37.068,35 punti, il livello di chiusura più basso dal 9 febbraio. Nel complesso della scorsa settimana è diminuito del 6,2 per cento.

Sul fronte valutario lo yen prosegue la fase di indebolimento sul dollaro, a 154,43, e sull’euro a 164,23. Nell’area la performance peggiore è quella di Taiwan (-3,8%). A contrattazioni ancora in corso Hong Kong (-1,2%), Shanghai (-0,4%), Shenzhen (-0,9%), Seul (-1,6%) e Mumbai (-0,3%).

Corrono il petrolio e l’oro

Corre il petrolio. Tuttavia i prezzi dopo una fiammata iniziale oltre i 90 dollari al barile hanno poi ritracciato. Intorno alle 9 di questa mattina i futures sul greggio Wti passano di mano a 84,24 dollari al barile in aumento dell’1,83% sul valore di ieri sera a New York ed il Brent è a quota 88,77 dollari, in aumento dell’1,91%.

La fuga dall’azionario ha portato gli investitori ha concentrarsi sui beni rifugio come l’oro che nella notte ha avvicinato i record e prima dell’avvio delle Borse europee è piatto sui 2.382,30 dollari all’oncia. Idem per il dollaro, con l’euro che cala a 1,0633 contro il biglietto verde (da 1,0660 in chiusura alla vigilia). Tonfo (-6%) e poi recupero anche per il Bitcoin che scambia a 62.112 dollari, mentre guadagna il 2,5% il gas a 33,1 euro al MWh.

Borse europee, avvio in lieve calo

Le Borse europee aprono in lieve calo con l’inasprirsi della crisi in Medio Oriente. L’attacco di ritorsione di Israele contro l’Iran non sembra aver avuto un impatto forte sui mercati del Vecchio continente.  Avvio negativo per Parigi (-0,64%), Londra (-0,49%), Francoforte (-0,01%). Milano scivola in avvio, con l’Ftse Mib che apre a -0,8%.

Apertura in lieve rialzo per lo spread tra BTp e Bund. All’avvio della seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il Bund tedesco di pari durata si è attestato a 140 punti, uno in più rispetto ai 139 del finale della vigilia. Il rendimento dei titoli italiani decennali e’ sceso leggermente al 3,86% rispetto al 3,88% del closing di ieri.