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Oro e franco svizzero: termometri del nervosismo dei mercati

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Legnano – L’oro sfonda quota 1.600 dollari/oncia e l’EurChf ha fatto registrare 1.1403. Potremmo fermarci qui e passare subito alla sezione di analisi tecnica, il quadro macro sarebbe comunque, ai fini pratici, abbastanza completo.

Il fatto che il franco svizzero si stia mantenendo su livelli di forza davvero importanti sia contro dollaro che contro euro (su quest’ultimo entra in gioco la combinazione della forza della valuta rifugio e le difficoltà vissute dall’euro per il discorso dei debiti sovrani) e che l’oro abbia toccato muovi massimi assoluti è la chiara dimostrazione di quanto i mercati siano nervosi e di come l’avversione al rischio continui a permeare l’aria.

E’ inutile ripetere quali siano i problemi su cui il mercato si sta concentrando, siamo sicuri che a molti di voi escono dagli occhi e dalle orecchie, però una piccola riflessione a livello di dati sui flussi di capitali esteri verso i dollari americani ci può chiarire meglio l’idea di come il sentiment di mercato stia prezzando un’oggettiva difficoltà da parte degli Usa a trasmettere fiducia sulla propria solvibilità di breve periodo.

Ci riferiamo naturalmente agli ultimi TICs pubblicati, che hanno fatto registrare un calo di 67.5 miliardi di dollari in maggio, il peggior dato da giugno 2010 e la più forte vendita di dollari dal luglio 2009. La domanda si è in qualche modo mantenuta decente sui rendimenti a lunga scadenza, ma sul breve periodo è diminuita molto, facendoci capire che il mercato è scettico circa l’effettiva capacità degli States di ripagare scadenza così vicine.

Inoltre ora, come sappiamo, le agenzie di rating stanno cominciando a punzecchiare Obama, il quale ha chiesto al Congresso di trovare un accordo sull’innalzamento del tetto del debito entro fine settimana (rumors che arrivano da Wall Street indicano che molte mani grosse non sarebbero per nulla preoccupate di questa situazione per l’America, che in un modo o nell’altro “troverà un accordo”).

E qui si apre anche il capitolo Italia. Le vendite che stanno colpendo il nostro Paese stanno a significare che il mercato rimane concentrato parzialmente anche sul debito sovrano europeo, soltanto che adesso i toni della discussione si elevano, trattandosi della terza economia europea, molto più pericolosa in caso di default rispetto agli altri Paesi Periferici.

L’ITA40 è riuscito a rompere ieri i supporti a 18.000, ed ora potenzialmente ha aperta la strada verso i minimi di settimana scorsa, che in caso di continuazione dell’attacco speculativo potrebbero essere tranquillamente rivisti (a meno che anche oggi Borsa Italiana non abbia qualche “problemino tecnico”). Per assistere ad una ripresa sostenibile nel breve periodo ci si deve riportare sopra a 18.500.

Incominciamo dall’eurodollaro per osservare l’evoluzione dei cambi da ieri mattina.

Dopo la mancata rottura dell’interessante livello di supporto a 1.4010, dal pomeriggio, abbiamo assistito ad un percorso a rialzo per la moneta unica che ha dato modo di rivedere la parte alta della tendenza ribassista che stiamo utilizzando con successo da un paio di giorni. Ciò vuol dire che siamo giunti ad attaccare 1.41, anche se per il momento non possiamo parlare di rottura definitiva. Se questo avvenisse la moneta europea avrebbe possibilità di una tregua dall’attacco in atto da giorni.

Davvero incredibile la lateralità del cambio UsdJpy. Da giovedì scorso infatti il mercato non è riuscito a mostrare altro che una resistenza a 79.25 ed un supporto a 78.85. Questi due livelli possono essere considerati anche per le prossime ore, mentre ancora una volta 79.60 e 78.40 sono i due maggiori riferimenti allargando, non eccessivamente, l’orizzonte temporale.

Il movimento del cambio EurJpy ha fornito un’interessante conferma della tenuta dell’ultimo supporto suggerito da Fibonacci prossimo a 110.80. Questo ha consentito una ripresa che è andata ad interrompere la tendenza negativa con decisione. Per vedere una rottura rialzista ancora più decisa crediamo possa valere la pena attendere un ritorno dei prezzi al di sopra di 111.75, il punto di transito della media che così perfettamente sta seguendo il calo dei prezzi da settimana scorsa.

La tendenza del cable, successivamente alla rottura dell’importante supporto di 1.6080, si complica ulteriormente. Nonostante i prezzi infatti abbiano dato vita ad una ripresa, la tendenza primaria rimane ancora a ribasso. Sono due i livelli che possiamo utilizzare come segnali di cambiamento: il primo è dato da 1.6150 e rappresenta il livello di transito della tendenza negativa in atto da settimana scorsa; il secondo è dato da 1.62 e rappresenta ancora il punto di transito della trendline rialzista, con origine al 16 giugno scorso. Compreso fra 1.6005, il minimo di ieri e 1.5985, il 50% di ritracciamento del movimento rialzista incominciato una settimana fa, si trova il supporto di maggiore interesse.

La ripresa dell’euro ha favorito una risalita del cambio EurGbp dal minimo toccato ieri. I 90 punti messi a segno ieri hanno consentito ai prezzi di riavvicinarsi alla resistenza più interessante di 0.8835, seppur per il momento non sia a rischio di rottura. La tendenza sino a qua evidenziata, comunque, rimane favorevole ad un calo della moneta unica e un nuovo tentativo di rottura del livello di supporto che si trova a 0.8710-25, potrebbe alimentare ulteriormente il movimento in discesa.

Il franco, dopo giorni di forza, ha lasciato sul terreno un minimo di spazio a dollaro ed euro. Il cambio UsdChf, per il momento, continua a confermare il doppio minimo a 0.8080 e la vicinanza del più interessante livello di resistenza nel breve potrebbe aprire le strade anche a qualcosa di più. 0.82 figura è il livello a cui abbiamo già visto rimbalzare i tentativi di risalita, nonché livello di transito della media mobile esponenziale su un grafico con candele orarie. Oltre a questo, anche se lontano, rimane 0.8520, per confermare una risalita che duri di più di una manciata di giornate.

Anche osservando il cambio EurChf possiamo osservare un allontanamento dai nuovi minimi, 1.1405 visto ieri. I segnali sono ora contrastanti. Abbiamo da una parte la rottura del canale discendente di breve, incominciato l’inizio di settimana scorsa, mentre abbiamo la tenuta, per ora perfetta della media di breve su grafico con candele a 4 ore. Forse al di sopra di 1.1550 potremmo assistere ad una ripresa di euro interessante.

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