Mercati

Oro ai massimi, brillano i metalli preziosi: “la quiete prima dei dazi”

Inizio anno scoppiettante quello 2025 con il mese di gennaio che è stato particolarmente ricco di eventi e dati che hanno catalizzato l’attenzione dei mercati. Dall’elezione di Trump alle prime riunioni delle banche centrali, Federal Reserve e Bce in testa, fino allo tsunami DeepSeek che ha fatto tremare le piazze globali.

Grande l’attesa di sapere come andrà il mese in entrata, con i nuovi dazi previsti dall’amministrazione USA, in vigore proprio dal 1° febbraio al 25% per Messico e Canada e al 10% verso la Cina. Ma Trump si è spinto oltre minacciando tariffe fino al 100% verso i paesi  BRICS che intendono sostituire il dollaro come valuta di riferimento negli scambi commerciali.

I venti di guerra commerciale spingono al rialzo l’oro che è arrivato sopra la soglia dei 2.800 dollari l’oncia. Numeri che mostrano l’attuale corsa ai beni rifugio.

L’andamento delle materie prime secondo Mps Capital Services

Se l’oro è ai massimi, brillano i metalli preziosi. Nella giornata di ieri, l’azione di mercato si è concentrata proprio sui preziosi, con l’indice Bloomberg di comparto che si è portato sui massimi del 2025. “I nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump accentueranno probabilmente le condizioni macroeconomiche attuali caratterizzate dalla crescita modesta ed aspettative di ribasso dei tassi di interesse che sono le più favorevoli ai preziosi, e le minacce di dazi USA ai paesi BRICS hanno “dato fuoco alle polveri” nel pomeriggio”, spiegano da Mps Capital Services in un report dal titolo emblematico “La quiete prima dei dazi”.

Alla fine della giornata di ieri si è registrato un +1,3% per l’oro, ai massimi storici assoluti a 2800 dollari all’oncia, registrando una variazione da inizio anno del 7% e del 37,9 per cento negli ultimi dodici mesi. In salita nel comparto materie prime anche l’argento (+2,4%), platino (+2,2%) e palladio (+2,6%).

Tra le altre, MPS Capital Services segnala anche un nuovo massimo del caffè arabica (+2,5%) per il calo delle scorte ed ancora in salita il gas TTF in Europa: “c’è concorrenza tra i vari paesi per “riempire i serbatoi” al termine della stagione invernale causando un movimento che diverge dalla tendenza globale sui prezzi del gas (-3,9% ieri negli USA)” continuano gli strateghi.

Anche il Brent è in rialzo arrivando a segnare 76,9 dollari, con un incremento pari allo 0,40% rispetto al dato precedente e una variazione da inizio anno del 3,3 per cento. La variazione rispetto ai 12 mesi precedenti però è negativa e segna -5,6%.

Azionario UE più forte degli Usa

Per quanto riguarda i mercati, la sessione di ieri è stata positiva su entrambe le sponde dell’Atlantico, con i listini europei che confermano la maggiore forza relativa da inizio anno contro gli USA. In  numeri ciò si traduce in un +3,2% per l’S&P500 contro +6,2% dello Stoxx Europe.

Positivi tutti i settori dello Stoxx 600 con quelli legati a materie prime, media e infrastrutture a guidare il movimento, favoriti anche dalla buona accoglienza di alcune trimestrali (Nokia, Shell Plc) sottolineano da MPS Capital Sercives secondo cui i rialzi sono stati più contenuti a Wall Street, in una sessione generalmente positiva dove però ha spiccato il forte calo di Microsoft (-6,2%) post trimestrale.