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OPA SEAT: ADESIONI MINIME, TELECOM RISPARMIA

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Sono state minime le adesioni all’Opa di Telecom su Seat.

Hanno aderito l’11,84% dei titoli oggetto di offerta, ovvero 338,3 milioni di azioni ordinarie, pari all’8,3% dei valori di categoria, l’offerta era sul 100% del capitale.

I titoli di risparmio non convertibili consegnati sono stati invece 326,56 milioni, pari al 22,5% dei titoli oggetto dell’offerta.

Questo significa che per Telecom la spesa per l’Opa sarà di circa 4.600 miliardi di lire.

Un’Opa fallita che però per Telecom significa evitare un ulteriore indebitamento. Mentre la fusione Seat-Tin.it non è mai stata messa in discussione, nonostante l’inchiesta in corso dell’Antitrust.

In sostanza la mancanta adesione in massa all’opa volontaria su Seat, con un più che limitato sì al diritto di recesso sull’integrazione con Tin.it, avrà il vantaggio per Telecom di varare Olitec ai prezzi di mercato.

E, soprattutto, la difficile e delicata fusione Olivetti-Tecnost (oggi i consigli di amministrazione per deliberare la fusione e il concambio) non verrà gravata da un maggiore indebidamento che si sarebbe dovuta sobbarcare Telecom in caso di largo consenso dell’Opa.

Una cifra calcolata dagli analisti intorno ai 15-20 mila miliardi.

Per quanto riguarda il concambio Olivetti-Tecnost indicato da Arthur Andersen, anche se sarà ufficializzato solo stasera, dovrebbe restare sul livello di 1-1,1 suggerito da tempo dagli analisti finanziari.

Tornano invece le voci di Opa sulla casa di Ivrea.

Olivetti controlla con il 72,8% Tecnost, che a sua volta possiede il 54,9% di Telecom.

Nel caso di un concambio di 1 a 1, i soci stabili di Olivetti riuniti nella Bell scenderebbero da una partecipazione attuale del 28% al 20%. Ed è questo dato che rende scalabile l’impero telefonico di Colaninno e Gnutti.

Olivetti infatti capitalizza ad oggi poco più di 32 mila miliardi di lire e ciò ha fatto ripartire la ridda di voci di opa ostile. Con nomi e cognomi quali Gruppo Agnelli e Deutsche Telekom.