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OGGI CRUCIALI I PREZZI AL CONSUMO IN AMERICA

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(WSI) – Oggi sono attesi i dati finali dei prezzi al consumo dell’area Euro di marzo che dovrebbero confermare il rialzo del 3,5% del dato preliminare. Negli Usa importanti le indicazioni che saranno fornite dai dati sui prezzi al consumo di marzo e dal Beige Book della Fed in preparazione del Fomc del 30 aprile.

Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti su tutta la curva, sulla scia dell’andamento positivo delle borse. Penalizzati ancora i paesi periferici come confermato dagli spread sul decennale Italia-Germania e Grecia-Germania, saliti a 53 pb e 54pb rispettivamente. Sul monetario ancora tensioni con l’Euribor tre mesi fissato a 4,764% da 4,747% di venerdì. I dati relativi all’indice Zew di aprile sono risultati peggiori delle attese. In particolare la componente prospettica è scesa ai minimi da gennaio 2008, confermando le preoccupazioni degli investitori per l’attuale crisi finanziari.

Intanto un panel di istituti di ricerca ha ridotto le stime di crescita della Germania per quest’anno portandole all’1,8% dal 2,2% indicato ad ottobre, per il 2009 all’1,4% dal precedente 2,9%. Sul fronte azionario, in base ad alcune indiscrezioni, Ubs colpita dalla crisi dei mutui potrebbe tagliare il 10% dei dipendenti nella divisione investment banking e trading. Sul decennale la resistenza è confermata al 4%.

Negli Usa tassi di mercato in rialzo in seguito all’aumento delle aspettative di inflazione dopo le indicazioni dei prezzi alla produzione di marzo che hanno evidenziato un aumento delle pressioni inflattive dal lato soprattutto della componente energetica ed alimentare. I listini azionari sono riusciti a chiudere in positivo grazie al positivo contributo del settore energia e di quello finanziario, il primo beneficiando dell’ennesimo record del greggio ed il secondo in seguito a maggior fiducia nella possibilità di superare la difficile crisi sul mercato del credito.

L’ad di Lehman, facendo seguito a quanto già dichiarato dall’ad di Goldman Sachs, ha affermato che il peggio sarebbe alle spalle. Nel frattempo il Wsj ha anticipato che le svalutazioni che potrebbe domani annunciare Merrill Lynch si collocherebbero nel range 6-8Mld$, il che comporterebbe il terzo trimestre consecutivo in perdita, la peggiore sequenza nella storia della banca. Aumentano i sostenitori della tesi secondo cui ulteriori tagli dei tassi comporterebbero effetti negativi soprattutto in termini di pressioni inflattive, già surriscaldate.

In tal senso si è espresso l’economista Martin Feldstein sulle pagine del Wsj. I dati sui prezzi al consumo in pubblicazione oggi diventano determinanti per la dinamica delle aspettative di inflazione e quindi anche dei tassi nominali che, sul comparto decennale, incontrano l’importante resistenza a 3,60%.

Valute: Dollaro sostanzialmente stabile verso Euro. Eventuali dati non favorevoli sul fronte inflazione ridurrebbero le aspettative di ulteriori tagli da parte della Fed rendendo nel breve ancora valida la resistenza in prossimità del record storico in area 1,59. Yen in lieve deprezzamento sulla scia del rialzo dei listini azionari asiatici. Verso Dollaro i livelli di resistenza si collocano a 102,30 e 103. Verso Euro la resistenza principale si colloca a 161,70. Lo Yuan cinese si mantiene in prossimità dei massimi storici vs Dollaro dopo che il Pil del 1° trimestre è cresciuto oltre le attese (10,6% a/a) e il Cpi è lievemente rallentato all’8,3% tendenziale a marzo dal precedente 8,7%.

Materie Prime: nuovo record per il prezzo del greggio Wti salito ad un nuovo livello record oltre i 114$/b sulla scia della chiusura del quarto terminale messicano di Petroleos Mexicanos, l’interruzione di parte della produzione in Nigeria di Eni e la forte domanda cinese di diesel. Nuovo record anche per la benzina Usa. Lieve rialzo per i preziosi, ancora pesanti i metalli industriali con il rame e l’alluminio che hanno perso circa l’1,5%. Tra gli agricoli ennesimo record del prezzo del riso a causa di ritardi nella semina del raccolto negli Usa. Chiusura intorno alla parità per il grano nonostante il Kazakhstan, quinto esportatore mondiale, abbia bloccato le esportazioni fino al 1° settembre per controllare l’aumento dei prezzi interni. Positivi mais e zucchero.

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