Società

Obama, economia: “andiamo avanti, ma non basta”. Serve piu’ export

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”Nonostante l’incertezza, gli Usa vanno avanti ma i progressi fatti finora non sono ancora sufficienti a riparare i danni causati dalla recessione”, cosi’ il presidente Usa, Barack Obama, parlando sulla situazione economica Usa. Per Obama, ”c’e ancora molto lavoro da fare per spingere la crescita del mercato del lavoro”. Ribadito l’impegno a ridurre un debito pubblico ”insostenibile” e la necessita’ che un sistema fondato sul libero mercato abbia ”governi responsabili”.

Appena conquistata la Casa Bianca, il presidente Usa Barack Obama parlo’ dell’urgenza di ristrutturare l’economia Usa trasformandola da consumer-oriented ad export-oriented, sembrava di ascoltare un ”alieno”. Una cifra su tutte, il Pil Usa dipende per circa il 70% dai consumi interni, pur rimanendo gli Usa tra i principali paesi manifatturieri del pianeta,insieme a Cina, Giappone e Germania. Ma questi ultimi tre, invece di stimolare i consumi interni, hanno fondato il loro modello di sviluppo proprio sulle esportazioni.

Il presidente giustifico’ questo cambio di pelle ponendo l’accento sul fatto che gli americani avevano vissuto per troppo tempo sopra le loro possibilita’, indebitandosi per consumare. Da qui l’invito alla ”business community” di seguire l’esempio dei paesi che crescono grazie al commercio estero. La nuova ricetta, inizialmente basata su uno stato d’animo, si e’ poi arricchita di ingredienti. ”Abbiamo lanciato l’Iniziativa Nazionale per l’Export (Nei), uno sforzo ambizioso per mettere insieme piccole e grandi imprese ed aiutarle nell’innovazione, nella crescita sui mercati, nella creazione di nuovi posti di lavoro vendeno le loro merci in tutto il mondo”, ha detto oggi Obama.

L’economia Usa ha perso 3 milioni di posti di lavoro nella seconda meta’ del 2008, poi altri 3,7 miloni nel 2009. Quest’anno ne sono stati creati 600 mila, una buona parte pero’ sono rappresentati dalle assunzioni a termine per il censimento 2010. L’imperativo e’ creare nuova occupazione attraverso l’export, ”dobbiamo fare di piu’, i risultati fin qui raggiunti sono ancora insufficienti”, ha sottolineato il presidente. Quest’anno l’export e’ salito del 17%, ha sottolineato il presidente, ricordando come gli Usa dovranno ora competere con i paesi emergenti.

”L’ho gia detto agli altri leader del G20, dopo anni di debiti, gli americani non chiederanno altro denaro in prestito per finanziare la prosperita’ mondiale”, ha sottolineato Obama. Per la Casa Bianca vanno pero’ rimosse le barriere protezionistiche che ostacolano il libero commercio. ”Aiuteremo le imprese Usa ad entrare in nuovi mercati, faremo in modo che venga garantita correttezza e liberta’, il nostro paese e’ caratterizzato dalla minori barriere di accesso al commercio, ci aspettiamo lo stesso dagli altri”. Un avvertimento non troppo velato a chi usa il ”dumping” come strumento di competivita’ e manipola, con interessata indifferenza, il tasso di cambio.