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NOKIA, ARRIVEDERCI TRA SEI MESI

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Nokia: arrivederci a giugno 2002.

E’ questo infatti il periodo in cui sembrano essersi dati appuntamento i ‘telefonici mobili’ come Nokia, leader nella produzione di telefoni cellulari e costruttore di reti fisse, Internet e per la comunicazione mobile.

Al di là del rialzo “tecnico” di cui è – insieme all’intero comparto – attualmente “vittima”, il titolo rappresenta una buona opportunità nel terzo trimestre 2002.

Il momento per accumularlo potrebbe essere già entro le prossime due settimane, quando l’eventuale conclamazione dell’attuale congiuntura negativa potrebbe comprimerlo fino a €21,5 (dai circa €25 del 7 dicembre 2001) con occasionali colpi di coda compresi tra i €23 e i €24.

Questo trend potrebbe segnare sostanzialmente il corso del prossimo trimestre, per assestarsi intorno ai €26,5 euro nel 2° trimestre 2002 (con una tolleranza di €1,5 nei due sensi) e distendersi fino ai €28-€29,5 per la fine dell’anno prossimo, trainato dall’effettiva diffusione della tecnologia Gprs (trasmissione dati da/verso apparecchio mobile a velocità 3/6 volte maggiori di quelle consentite dall’attuale Gsm).

Gli stessi vertici del gigante finlandese giudicano eufemisticamente “challenging” la prima parte dell’anno prossimo da cui si aspettano un aumento complessivo dei volumi del 15% (i devices, per esempio, dovrebbero raggiungere le 420/440 milioni di unità contro – probabilmente – i 380/90 di quest’anno e i 405 dell’anno prima) grazie ad un previsto rush finale del +30%.

Dal Natale 2001 Nokia si aspetta di aggiungere circa 100 milioni di terminali mobili tra telefonini e communicator (i cosiddetti smartphone, per la trasmissione di dati e applicazioni).

Questi ultimi, con 150.000 unità vendute nello scorso trimestre, hanno addirittura sottratto mercato ai devices di Palm e Compaq confermandosi l’alternativa ai Personal Digital Assistant (ricerca Canalys www.canalys.com).

Molta fiducia, inoltre è riposta nel mobile a larga banda, grazie alla quale l’operatore finlandese già nel trimestre in corso confida di collocare 10 milioni di apparecchi Gprs, destinati – secondo Nokia – a rappresentare il 50% del mercato nei prossimi due anni.

Intanto, i conti del trimestre che si è appena concluso, indicano una contrazione del fatturato del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, più specificatamente del 14% (euro 1659 milioni) nelle reti, principalmente a causa del forfait dell’area Pacifico a cui hanno supplito gli USA, e del 3% nei cellulari (valsi €5,269 miliardi).

Il dividendo per azione trimestre su trimestre è ripiegato su €0,16 (in calo del 20%) consolidando un utile per azione dall’inizio dell’anno di €0,56, appena inferiore ai €0,60 registrati nei primi nove mesi dell’anno scorso, a sua volta in costante aumento rispetto agli €0,28 dell’anno prima e agli €0,05 degli esordi.

Con i volumi sono caduti anche i margini operativi lordi, peraltro non facili da difendere nelle fasi di strappo tecnologico come quella contingente.

Più precisamente, nello scorso 3° trimestre le reti hanno fatto registrare un -57% rispetto al 3° trimestre 2000, con €155 milioni (pari al 9% del relativo fatturato) contro i €357 milioni di utile operativo dello stesso periodo dell’anno precedente (che invece incideva per il 18% sul corrispondente fatturato di €1,926 miliardi).

Contesto macroeconomico a parte, la frenata è evidentemente attribuibile al drenaggio di capitali dei carrier telefonici (committenti di reti mobili) per l’acquisizione della licenza UMTS e a una domanda di contenuti, servizi e biondi larga banda affogata a livello di ultimo miglio dall’ostruzionismo dei gestori incombenti.

Più contenuta, invece, la perdita di margine operativo (rispetto al 3° trimestre 2000) nei telefoni cellulari, attestatasi su un timido –6%, con €1miliardo, incidente per un ragguardevole 20% sul relativo fatturato.

Dalla parte dei telefoni cellulari vi sarebbe, oltre all’inerzia positiva del 2000 protrattasi nel primo semestre 2001, un segmento consumer rincuorato da generose politiche fiscali e monetarie e la spinta delle fasce giovanili (fenomeno Sms).

Nondimeno, la redditività del comparto hardware è minacciata da margini sempre più esigui, per difendere l’attuale quota di mercato del 33-34%, apparentemente destinata a ridursi di un paio di punti percentuali a causa dell’attuale transizione tecnologica, nemica delle economie di scala raggiunte finora dal leader mondiale delle telecomunicazioni mobili.

E’ invece dalle reti che potrebbero venire le maggiori soddisfazioni, grazie alla diffusione della tecnologia 802.11ab, nota anche come wi-fi (wireless-fixed) per l’accesso a Internet a banda larga attraverso il collegamento via radio alle reti Ip locali (Lan) di strutture pubbliche come aeroporti, alberghi, fiere (una tecnologia che esalta l’esperienza di Nokia nell’integrazione di reti fisse e mobili).

Anche la progressiva conquista dell’ultimo miglio (il tratto che va dalla centralina Telecom all’utente finale) da parte degli operativi alternativi a Telecom Italia via Dsl (tecnologia digitale) o radio potrebbe “accendere” gli anellii di fibra ai margini delle città rilanciando così la divisione Networks, presumibilmente nella seconda parte dell’anno prossimo, in particolare negli Usa e in Cina (che stanno convergendo sul Gsm), ma anche in America Latina, Emirati arabi, Giappone (Ntt Docomo) e Tailandia (supportata dal governo) dove Nokia ha posto importanti basi commerciali.
Le recenti importanti commesse strappate all’operatore di telecomunicazioni mobili americano Cingular Wireless e al cinese Bejing – unitamente al centro di ricerca Nokia di Hangzhou e alla società costituita con la banca di investimenti locale Shangai Alliance – dovrebbero consentire al gigante finlandese di non rimanere impantanato nelle sabbie mobili di un’Europa ristagnante (dove pure ha stretto accordi con operatori come France Telecom e la tedesca Viag Interkom).

Un recente studio della società di analisi Sirmi avverte di come la comunicazione wireless sia al momento percepita come modalità avanzata di comunicazione personale (in termini di messaggistica multimediale) più che di e-business (gestione telematica dei processi aziendali) che invece, insieme alla messaggistica unificata, sarà la vera chiave di volta della comunicazione Gprs.

Ma il segmento business, soprattutto corporate ed europeo è fermo, e per la congiuntura, e perché imbrigliato nei complessi e onerosi sistemi Erp (Enterprise resource planning) Sap e Oracle.

E Nokia lo sa. Se la sua comunicazione fa finta di credere ai giovani che si parlano guardandosi in faccia attraverso telefonini colorati, non necessariamente Gprs come il mod. 5210, il suo marketing – in fase iniziale – sembra pensare più saggiamente all’esercito dei piccoli-medi operatori economici con l’offerta di applicazioni di base (rigorosamente) scaricabili sullo smart phone Gprs.

E’ in questo senso che vanno interpretate le sue rinnovate attenzioni per il popolo degli sviluppatori, l’apertura di un negozio virtuale di programmi software e l’offerta di un server compatibile con i linguaggi Java e Xml per lo ‘scaricamento mobile’ di contenuti.

Più rispondenti a disegni di medio-lungo termine appaiono invece l’acquisizione nello scorso luglio (quando già si cominciava a parlare di crisi delle reti mobili) del costruttore di apparati di rete Amber Networks e le intese con i costruttori e integratori di sistemi e soluzioni di rete 3i, Accenture e Sampo.