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NIENTE PRESIDENTE, LA CONTA MANUALE SARA’ ETERNA

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Ancora caos totale in America. La commissione elettorale di West Palm Beach ha deciso la conta manuale per 431 mila schede, dopo che la verifica a campione aveva evidenziato errori pro-Bush.

La decisione è stata presa dopo aver riesaminato
manualmente (ci sono volute 10 ore) i voti di 4 distretti, circa 4 mila 300 schede.

La procedura, trasmessa in diretta TV, ha mostrato quanto patetico e preoccupante per l’immagine della democrazia Usa sia diventato questo clamoroso stallo elettorale. I funzionari incaricati dello spoglio, stanchi fisicamente, demotivati psicologicamente, scherzavano come se fossero lontani anni luce dal loro compito: inviare per i prossimi 4 anni un americano alla Casa Bianca.

La conta manuale ha fatto venire alla luce 33 voti che non c’erano al primo scrutinio per Al Gore e 14 a George Bush, con una differenza di 19 preferenze a favore del vicepresidente democratico.

Il ragionamento e’ il seguente: i 4 distretti rappresentano circa l’1 per cento del totale dei voti espressi nella contea, per cui la verifica del campione ha rimesso in dubbio l’intero spoglio delle schede. I membri della commissione elettorale di Palm Beach hanno cosi’ votato per 2 voti contro 1 di allargare la conta manuale ad altre 431 mila schede.

Infatti, proiettando i risultati del campione conteggiato manualmente sul totale dello scrutinio, a Gore mancherebbero 1.900 voti, sufficienti a ribaltare il risultato della Florida e quindi a portare il democratico alla Casa Bianca.

I repubblicani hanno presentato un ricorso alla magistratura, per bloccare una procedura di cui contestano la validità. Gli uomini di Gore hanno chiesto che questa denuncia sia ritirata. Siamo comunque agli avvocati, ai giudici, a un litigio legale da terzo mondo, grottesco negli Stati Uniti.

A questo punto, nonostante il ricorso repubblicano alla magistratura per fermare i riconteggi manuali, si dovrà sempre aspettare lo spoglio delle almeno 2.500 schede elettorali che arrivano per posta. Ciò non avverrà prima di venerdì prossimo.

Circa i due candidati, vivono con enorme stress personale la logorante attesa. I due si sono fatti fotografare e riprendere in situazioni in cui danno al pubblico l’impressione di essere tranquilli e di vivere l’assurdo dramma con tranquillita’ (Gore al cinema, Bush con un enorme cerotto sul viso…). Ma fonti di Washington sottolineano come la tensione psico-fisica, per i due, sia enorme.

Tempi ancora lunghi dunque per la proclamazione del Presidente. Ma, anche se Bill Clinton ha chiesto agli americani pazienza, i mercati appaiono più che nervosi.

La prossima settimana, che inizierà sotto il segno dell’incertezza politica, è infatti importante per alcune scadenze.

Mercoledì si riunisce l’Open Market Committee della Federal Reserve, l’organo decisionale in materia di tassi d’interesse. Tuttavia dai sondaggi degli analisti la stragrande maggioranza ritiene che a questa riunione la Banca Centrale Usa non tocchera’ i tassi.

Nella seconda parte della settimana poi sono attesi i dati sull’indice dei prezzi al consumo in ottobre e quelli sulle vendite al dettaglio.

Inoltre verranno comunicati gli utili trimestrali di importanti società tecnologiche come Hewlett Packard e Applied Materials. Come si e’ visto la scorsa settimana dall’andamento ribassista del Nasdaq, dati trimestrali inferiori alle influiscono pesantemente sui listini, provocando ribassi. Il Nasdaq ha toccato venerdi’ 10 novembre il minimo dell’anno, a quota 3.028.

Per una copertura completa vedi ELEZIONI USA:
SPECIALE WALL STREET ITALIA