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Niente da fare, borse Ue vanno di nuovo giù. Futures Usa in lieve calo

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La voglia di recupero dei listini azionari europei dura poco: appena il tempo di tirare un sospiro di sollievo per il’indice Ifo tedesco– che ad agosto ha superato le attese – e poi si torna a scegliere la strada dei ribassi. A incidere è anche la debolezza dei futures Usa che, in attesa del dato relativo alle vendite di case nuove, e all’indomani delle vendite che hanno colpito Wall Street, scelgono il segno meno.

A tre ore e mezza circa dall’inizio della giornata di contrattazioni, i futures sul Dow Jones perdono 4 punti, quelli sul Nasdaq cedono 0,75 punti, quelli sullo S&P 500 sono in calo di 0,30 punti. Certo, i ribassi sono lievi: ma la cautela è evidente dopo che gli indici azionari Usa hanno testato ieri il minimo delle ultime sette settimane , complici proprio le preoccupazioni sul futuro del mercato immobiliare americano. Di fatto, ieri è arrivata la notizia secondo cui le vendite di case con contratti in corso, nel mese di luglio crollate del 27.2%. Si tratta di una flessione record su base mensile e di un risultato che si riporta sui minimi di 15 anni fa.

Quali indicazioni arriveranno a questo punto con la pubblicazione, oggi, del dato sulle vendite di case nuove? Gli investitori tengono il fiato sospeso e scelgono la strada delle vendite.

In Europa, alle 12 circa ora italiana, Londra cede così lo 0,38%, Francoforte registra un -0,34%, Parigi cede lo 0,59%, Amsterdam scende dello 0,40% e Bruxelles azzera i guadagni ed è al momento piatta. A Piazza Affari sia l’indice Ftse Mib che l’All Share, dopo vari minuti di tentennamenti, scelgono la via dei ribassi e cedono mezzo punto percentuale circa.

Sul listino principale, si mettono in evidenza i ribassi di Buzzi Unicem, che perde più del 3%, Azimut (-1,90%), Tenaris (-1,86%), MedioBanca (-1,59%) e Intesa San Paolo (-1,54%). Giù anche Fiat, che perde l’1,19%.

Bene invece Atlantia che mette a segno un rialzo dell’1,54%, davanti a Madiaset (+0,74%) e Snam Rete Gas (+0,75%). In generale, oltre a scontare i timori sullo stato di salute dell’economia globale, i mercati europei stanno ancora digerendo la decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di tagliare il rating sul debito sovrano dell’Irlanda, Irlanda portandolo da AA a AA-, con outlook negativo. Secondo S&P, le stime di costo previste dal governo per sostenere il settore finanziario potrebbero aumentare significativamente rispetto alle previsioni fornite in precedenza, minando la flessibilità fiscale nel medio periodo.

Il rating del Paese potrebbe subire un ulteriore declassamento se le manovre fiscali porteranno a dei miglioramenti più lenti di quanto ci si attende. Il debito netto totale del governo irlandese, aggiunge S&P, arriverà a toccare nel 2012 il 113% del Pil. Torna insomma ovunque l’allarme Piigs.

Da segnalare che a soffrire di nuovo nella seduta di oggi è stata anche la borsa di Tokyo, appesantita dalla debacle della borsa americana. Il Nikkei ha chiuso sui minimi degli ultimi 16 mesi con un calo dell’1,66% a 8.845,39 punti, mentre il Topix è scivolato dell’1,27% a 807,31 punti.

L’attenzione in Giappone è su un possibile intervento sul forex da parte dell’esecutivo, dopo il colloquio telefonico di ieri tra il primo ministro Naoto Kan e il governatore della Banca del Giappone che sembrava essersi concluso con un nulla di fatto. L’apprezzamento dello yen, come ben sappiamo, penalizza la nazione asiatica fortemente orientata all’export.

Sul mercato valutario, le altre valute tornano comunque a rafforzarsi lievemente oggi sul “superyen” (che nelle ultime ore, insieme ai bond, è stato oggetto di acquisto degli investitori): sui mercati di New York, il rapporto euro/yen recupera infatti a 106,88, mentre il cambio dollaro/yen segna un timido incremento a 84,47. Riguardo al cambio euro/dollaro, la moneta unica recupera a quota 1,2654.