S&P, Luxottica: positivo il creditwatch dopo la fusione con Essilor
NEW YORK (WSI) – Dopo l’annuncio della fusione con la Essilor, l’agenzia S&P ha posto sotto la sua lente il rating di Luxottica a lungo termine A-. Secondo gli analisti la fusione migliorerà il profilo di credito del gruppo grazie alla maggiore competitività che si otterrà dalla fusione.
Ma S&P si mostra comunque consapevole delle sfide legate all’integrazione che normalmente discendono dalle grandi fusioni e avverte dei rischi legati all’esposizione geografica che appare sbilanciata nei confronti degli Usa e concentrata sui mercati maturi che significa limitare la crescita nel futuro.
“Si vede la comprovata abilità di integrare con successo le due società e tradurre il loro potenziale in una crescita redditizia come una delle condizioni che potrebbero portare a rivedere al rialzo la nostra attuale forte valutazione sul profilo di rischio dell’attività (…) l’esposizione geografica sarà sbilanciata verso gli Stati Uniti, che rappresenteranno più di metà dei ricavi combinati e che la concentrazione sui mercati maturi, che storicamente si è dimostrata positiva, nell’attuale contesto potrebbe limitare la crescita futura”.
Breaking news
Piazza Affari incerta in una giornata con focus sull’inflazione dell’eurozona e il Pce core Usa. In calo Telecom Italia
Le azioni di Trump Media sono scese del 4% a Wall Street dopo che l’ex presidente Donald Trump è stato giudicato colpevole per 34 capi di imputazione. Questo segna la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un ex presidente è stato condannato in un processo penale.
Wall Street ha registrato una seduta in lieve rialzo dopo la pubblicazione dei dati PCE sull’inflazione negli Stati Uniti, che sono risultati in linea con le stime. Il Dow Jones ha segnato un aumento, mentre l’S&P-500 e il Nasdaq 100 sono rimasti pressoché invariati.
Il Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti ha riportato che i redditi delle famiglie americane sono rimasti stabili, mentre le spese personali sono cresciute meno del previsto. Il PCE price index core, un indicatore dell’inflazione, ha mostrato una crescita moderata sia su base mensile che annuale.