Notizie no dal fronte macro dell’Eurozona. Nel mese di settembre, l’indice Pmi dei servizi ha riportato il tasso di crescita più basso dal dicembre del 2014, a conferma delle indicazioni che, da diverso tempo, segnalano il rallentamento dell’ economia dell’area.
Di fatto, stando a quanto ha riportato Markit, l’indice Pmi dei servizi è sceso a 52,2 punti dai 52,8 punti di agosto: si tratta del ritmo di espansione peggiore dal dicembre del 2014, ovvero del minimo in 20 mesi.
Il PMI Composite – che include le indicazioni sull’attività manifatturiera – ha segnato la crescita più debole dal gennaio del 2015.
La crescita ha interessato la Francia, mentre rallentamenti hanno colpito la Germania, l’Irlanda e la Spagna.

Italia fanalino di cosa, in questo caso l’indice è sceso al minimo in 4 mesi, a 51,1 punti.
La dinamica di rallentamento che ha interessato l’area si spiega con i timori sulla Brexit e con l’attesa delle elezioni, previste per il 2017, in Francia e Germania. Ovviamente, la tensione è molto alta anche per l’appuntamento del referendum costituzionale in Italia.
Il dato della Germania è un campanello d’allarme. In questo caso l’indice finale composite Pmi stilato da Markit – che monitora sia l’attività manifatturiera che dei servizi, che insieme incidono sul Pil del paese per due terzi – è sceso a 52,8 punti dai 53,3 punti di agosto. Una performance che fa pensare all’incubo stagnazione.