Economia

Nel panico dei mercati ciò che conta sono le emozioni e la corretta informazione

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A cura di Marco Palma, consulente finanziario di Roma

Da circa un mese a questa parte stiamo facendo i conti con il Coronavirus, o meglio con la sindrome simil-influenzale da Coronavirus, ma solo negli ultimi tre giorni lo stiamo facendo con una enfasi emozionale davvero molto forte.

Dopo settimane in cui la diffusione del virus con le sue implicazioni finanziarie ed economiche hanno in modo crescente attirato la nostra attenzione; nel corso di questa ultima ed insolita fine settimana, con la conta sempre più precisa dei contagi e dei decessi, unitamente all’arrivo in Italia del Virus, tutto è repentinamente cambiato, assumendo il carattere di una psicosi: abbiamo anche assistito alle scene degli scaffali vuoti nei supermercati della Lombardia e delle bottigliette di Amuchina a prezzi da borsa nera.

Con particolare riferimento allo specifico ambito che qui  interessa, al fine di restare accreditato al mio specifico settore di competenza, ritengo che il rapporto del Consulente Finanziario con i suoi clienti sia in questi momenti incentrato sulle emozioni.

La gestione delle emozioni ha un ruolo fondamentale: viviamo una giornata in cui i mercati europei sono pesantemente negativi, con la piazza italiana peggiore delle altre per ovvi motivi e le sensazioni negative sono predominanti.

Cosa fare? No panic

Personalmente ho cambiato i piani della giornata e mi soffermo con i miei clienti (di persona, al telefono, in videochiamata) per ribadire l’importanza della soluzione adottata rispetto agli strumenti scelti e verificare insieme che, rispetto ai singoli obiettivi temporali, questa sia ancora coerente.

Fermare l’agenda, anche commerciale, per ribadire ai clienti il mio presidio di sicurezza sul loro portafoglio in questi momenti è di fondamentale importanza.

Fermarsi e classificare i problemi in corso e le possibili conseguenze, senza mai tralasciare che solo questi, i problemi intendo, offrono a volte delle interessanti opportunità che anche attraverso una costante dialettica con i clienti seguiti è possibile cogliere.

Fermarsi e informare è un dovere

Ho il dovere di ricordare che sono chiamato a fare informazione e divulgazione e per questo devo essere preparato sui temi di interesse e scriverne correttamente per essere in relazione con i miei clienti attraverso le reti sociali e per il tramite di una newsletter informativa.

Ho il dovere di essere cauto, di non fare proclami, di non fornire soluzioni generiche e valide per tutti, al fine di riportare la narrazione dei fatti alla realtà e non alla promozione.

Sono relativamente giovane di professione ma anziano nel ruolo, con venti anni di esperienza ed oggi, nella tensione di questa giornata e del periodo, sono davvero lieto e grato per questa richiesta di parere.

 

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Roma, 24 febbraio 2020 

Marco Palma

 

Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: [email protected]


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