Economia

Nel 2023 crollano i prestiti ad imprese e famiglie. Aumentano le sofferenze di quasi 4 miliardi

Nel corso del mese di settembre 2023 i prestiti alle famiglie ed alle imprese sono calati del 3,8% rispetto allo stesso mese del 2022. A comunicare questo dato è l’Abi, l’Associazione Banca Italiana, che ha sottolineato come già nel corso del mese di agosto era stato registrato un calo del 3,5%.

I volumi risultano essere in calo coerentemente con il rallentamento della crescita economica, che sta deprimendo la domanda di prestiti. Ma vediamo cosa sta accadendo nel dettaglio.

Prestiti in calo nel corso del mese di settembre

Stando ai dati diffusi dall’Abi, a settembre sono calati i prestiti ad imprese e famiglie del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel corso del mese di agosto, invece, è stato registrato un calo del 3,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

A confermare i numeri messi in evidenza dall’Associazione Banca italiana ci pensa Unimpresa, secondo la quale sono stati tagliati, nell’arco di un anno, di 57 miliardi di euro i finanziamenti alle imprese, mentre sono calati di 4 miliardi di euro quello ai cittadini a seguito di un crollo di oltre 12 miliardi di euro dei prestiti personali. A continuare a rimanere in territorio positivo è il credito al consumo, con i suoi + 5 miliardi di euro, e i mutui con + 2 miliardi di euro.

Nell’arco di dodici mesi – da agosto 2022 allo stesso mese del 2023 – lo stock dei crediti concessi al settore privato è sceso da 1.354 miliardi di euro a 1.297 miliardi di euro: la discesa è stata superiore al 4%.

Il rallentamento della crescita economica ed il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Bce hanno fatto crescere l’ammontare delle sofferenze, dopo un lungo periodo che erano in diminuzione. Ad agosto 2023 sono arrivate a sfiorare quota 18 miliardi di euro: è stato registrato un aumento – su base annua – di 1,6 miliardi di euro, registrando un’impennata nel corso dei primi 8 mesi del 2023 del 26% (+4 miliardi di euro).

Secondo il rapporto del Centro Studi di Unimpresa, che ha provveduto a rielaborare i dati della Banca d’Italia, il totale dei crediti delle banche al settore privato, al netto delle cartolarizzazioni, è passato da 1.354,9 miliardi di agosto 2022 a 1.297,5 miliardi di luglio agosto, in discesa di 57,4 miliardi (-4,24%). Gli analisti di Unimpresa spiegano che

Questi dati, talora contestati dalle associazioni di categoria del settore creditizio, non tengono conto delle cartolarizzazioni di prestiti, vale a dire impieghi in buona parte deteriorati che le banche hanno ceduto, nel corso del periodo in esame, a società veicolo o specializzate. Se quei valori fossero computati nel conto totale, i risultati sarebbero diversi, tuttavia appare più corretto prendere in considerazione solo il credito risultante negli attivi bancari ovvero quello che è alla base della relazione tra la banca e la propria clientela.

Di quanto sono calati i prestiti

Entrando nel dettaglio i prestiti destinati alle imprese sono scesi da 678,1 miliardi di euro del mese di agosto 2022 a 625,02 miliardi dello stesso periodo di quest’anno: la diminuzione è stata pari a 53,2 miliardi di euro, registrando un -7,84%. In calo i finanziamenti a breve termine – quelli con una durata di meno di un anno -, che sono passati da 153,2 miliardi a 139,1 miliardi, registrando un calo di 14,05 miliardi di euro, ossia un -9,17%. In calo anche i finanziamenti di lungo periodo – ossia quelli con una scadenza di oltre cinque anni – che sono crollati da 362,5 miliardi a 332,9 miliardi, ossia con 29,6 miliardi in meno, corrispondenti ad un -8,16%. In calo anche il credito di medio periodo (fino a 5 anni), sceso di 9,5 miliardi (-5,88%) da 162,4 miliardi a 152,8 miliardi.

Calano i prestiti alle famiglie, per le quali è stato registrato per il credito al consumo e i mutui ipotecari calo complessivo di 4,2 miliardi, passando da 676,7 miliardi a 672,5 miliardi. Entrando nel dettaglio scopriamo che:

  • i prestiti per comprare casa sono saliti di 2,3 miliardi (+0,54%) da 422,06 miliardi a 424,3 miliardi;
  • il credito al consumo (ovvero quello concesso principalmente per l’acquisto di viaggi, arredamento, automobili, elettrodomestici, computer e smartphone) è aumentato del 5,00% con una crescita di 5,6 miliardi da 113,8 miliardi a 119,5 miliardi.

Calo significativo per i prestiti personali, che hanno registrato un -8,67% pari a meno 12,2 miliardi di euro: sono passati da 140,8 miliardi a 128,6 miliardi.

Clienti in affanno a pagare le rate

Sui clienti delle banche continua a pesare l’inflazione in crescita e il rallentamento dell’economia. Nel corso dei primi otto mesi del 2023 è stato registrato un aumento delle sofferenze bancarie: sono cresciuti i crediti malati delle banche, che hanno toccato quota 4 miliardi di euro nel periodo compreso tra dicembre 2022 ed agosto 2023.

Lo scorso anno, nel corso del mese di agosto, le rate che non sono state pagate dalle imprese e dalle famiglie hanno raggiunto quota 16,2 miliardi, mentre le sofferenze nette delle banche hanno sfiorato i 17,9 miliardi nel mese di agosto 2023.

Il report di Unimpresa mette in evidenza che

Il dato è in crescita di 1,6 miliardi (+9,93%) rispetto ai 16,2 miliardi di luglio agosto e di ben 3,6 miliardi (+25,9%) rispetto a dicembre dello scorso anno, quando gli arretrati netti erano pari a 14,2 miliardi. Ad agosto 2022 il totale dei crediti ammalorati delle banche, calcolati al netto delle svalutazioni di bilancio sulla base delle regole europee, era a quota 16,2 miliardi. Questo l’andamento dei mesi successivi del 2022: 16,1 miliardi a settembre, 16,6 miliardi a ottobre, 16,1 miliardi a novembre e 14,2 miliardi a dicembre.