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NEI CRACK FINANZIARI COINVOLTI 800.000 ITALIANI

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Cirio, Parmalat, Be-Pop-Career, Giacomelli, Myway, For you e ”chi piu’ ne ha piu’ ne metta”: nei crac finanziari che si sono succeduti negli ultimi due anni sono rimasti coinvolti 800 mila risparmiatori per un controvalore di 36,5 miliardi di euro, ”quasi l’importo di tre manovre finanziarie”. Lo afferma l’Intesa dei consumatori, in queste ore insieme ad alcune centinaia di risparmiatori, impegnata a manifestare davanti alla Banca d’Italia per difendere i diritti della ”gente comune” e chiedere una maggiore trasparenza al sistema bancario e dei controlli.

Con vari slogan, tra i quali ”San Vittore, l’unico protettore del risparmiatore”, molte persone rimaste coinvolte nei casi Cirio e Parmalat stanno picchettando davanti a Palazzo Koch. ”Vogliamo difendere la Banca d’Italia e la sua autonomia, in quanto si tratta di un’istituzione che non puo’ essere confusa con quella del governatore, che ha un mandato a vita e non deve rispondere a nessuno del suo operato”, ha detto il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti, sottolineando che ”serve una riforma della vigilanza, una riforma legislativa seria che tolga alla Banca d’Italia i compiti relativi alla concorrenza, che dovrebbero invece cadere cosi’ come avviene in tutti gli altri paesi del mondo sull’antitrust”.

Facendo sfilare un uomo in calzamaglia coperto solo da una foglia di fico, per via Nazionale, l’Intesa dei consumatori vuole portare alla ribalta il concetto di un risparmiatore ”che ha ormai perso tutto, che e’ nudo e non ha piu’ niente”.

Fra i manifestanti molte delle persone coinvolte nei recenti crac Parmalat e Cirio: ”Ho perso circa 150 milioni acquistando bond Parmalat dal San Paolo-Imi – spiega una delle persone coinvolte – la colpa non e’ della mia banca ma di un sistema carente in tutto, dalle societa’ di revisione, alla Consob, alla Banca d’Italia”.

Nel mirino dell’intesa dei consumatori ci sono soprattutto le ultime dichiarazioni rilasciate dai numeri uno di importanti banche, in primis il presidente di Capitalia Cesare Geronzi. ”Banche parti lese? E’ una tesi ridicola ed offensiva – si legge in uno dei volantini distribuiti ai manifestanti – Fazio, Geronzi, Profumo e Masera dovete dimettervi entro questa sera. Se i banchieri si sono fatti truffare da modesti ragionieri, infatti, non sono adatti a guidare le banche e si devono dimettere essendo inadatti a ricoprire incarichi essenziali per l’economia”.
Secondo le varie associazioni dei consumatori ”non sono i banchieri le vittime, le uniche parti lese sono le centinaia di migliaia di risparmiatori raggirate dai cattivi consigli di chi invece avrebbe l’obbligo di tutelare il pubblico risparmio”.

La proposta delle banche di rimborsare i risparmiatori, aggiunge l’Intesa, e’ una ammissione di colpa. Sulla Gazzetta Ufficiale e’ stata pubblicata una direttiva che prevede che un conto corrente bancario con 11 operazioni mensili viene a costare all’anno circa 500 euro: cosi’ facendo le banche vogliono fare provvista per i risarcimenti”.

Sullo stesso tempa, pubblichiamo anche il seguente articolo dell’ANSA:

CRAC FINANZIARI: LA PROTESTA DEI ‘BOND-PEOPLE’

ROMA – Da semplice sit-in ad evento di portata storica: la protesta dei ‘bond-people’ d’Italia e’ arrivata ai piani alti di Via Nazionale. E lo ha fatto in modo del tutto inaspettato: il modesto presidio organizzato stamani dall’Intesa dei Consumatori e da alcune centinaia di risparmiatori coinvolti nei crac finanziari davanti all’ingresso di palazzo Koch si e’ tramutato, nel giro di mezz’ora, in una convocazione ufficiale. Il direttore generale di Bankitalia, Vincenzo Desario, poco dopo le undici ha ricevuto i vertici dell’Intesa. Ed Elio Lannutti, Rosario Trefiletti, Carlo Pileri e Carlo Rienzi, in rappresentanza dell’Intesa, non si sono lasciati sfuggire la ghiotta occasione: sono saliti ed hanno avanzato le loro richieste.

Apertura di un’indagine straordinaria sulle emissioni di bond degli ultimi cinque anni, pressing sulle banche affinche’ vadano incontro alle esigenze dei consumatori e maggiore trasparenza dei fogli informativi, soprattutto quelli diffusi da Poste Italiane: queste le proposte messe sul tavolo dai consumatori durante un’incontro protrattosi circa un’ora e mezza, in cui si e’ parlato del ”sistema in generale”, riferiscono Adoc, Federconsumatori, Adusbef e Codacons. Desario, afferma Lannutti dell’Adusbef, si e’ dimostrato reticente sull’operato di Bankitalia sul caso Parmalat, ma allo stesso tempo si e’ detto disponibile sulla richiesta avanzata dall’Intesa di aprire un’indagine straordinaria sui bond emessi negli ultimi 5 anni. Desario, stando sempre alla ricostruzione dell’Adusbef, si e’ detto disponibile anche a fare pressing sulle banche per andare incontro a quanti si sono trovati coinvolti nei crac finanziari.

Dopo Cirio, Parmalat, Tango bond, Giacomelli, My Way, Bibop-Carire per i risparmiatori – precisa l’Intesa dei Consumatori – sembra aprirsi uno spiraglio di speranza sempre che alle ”grandi aperture della Banca d’Italia seguano i fatti”. La via dei risarcimenti e’ l’unica che puo’ ristabilire fiducia nel sistema, che sia per le associazioni dei consumatori sia per Bankitalia e’ la grande assente del momento. ”La fiducia non verra’ di sicuro riportata con iniziative come Patti Chiari dell’Abi” afferma l’Intesa che, pur apprezzando la decisione autonoma di alcune banche di provvedere ai rimborsi, sottolinea come ”gli istituti di credito stiano provvedendo ad aumentare le commissioni sui conti correnti per crearsi una riserva con cui pagare: e’ pazzesco – aggiunge l’Intesa – che un conto corrente con 11 operazioni mensili costi 500 euro all’anno”.

L’appuntamento davanti a Bankitalia era fissato alle 10.30. Proprio a quell’ora hanno iniziato a sfilare striscioni e slogan di vario genere a difesa degli 800.000 risparmiatori che ”piangono sul latte versato” dopo aver visto volatilizzarsi 36,5 miliardi di euro, cioe’ tre manovre finanziarie. A rappresentare la loro rabbia ed il loro rancore un ragazzo vestito con una calzamaglia color carne e coperto solo da una foglia di fico, a testimonianza di come, a causa di colpe che nessuno vuole assumersi, i cittadini siano rimasti senza nulla. Appena una mezz’oretta dopo dall’avvio della protesta, hanno cominciato a girare voci di un possibile incontro con il Governatore. Dopo 5 minuti, l’inattesa convocazione: ma non dal numero uno di Palazzo Koch, bensi’ dal direttore generale Vincenzo Desario. Trefiletti, Lannutti, Rienzi e Pileri hanno varcato l’ingresso fra l’incredulita’ degli stessi manifestanti che, senza nascondere la soddisfazione, hanno continuato ad esibire striscioni come ‘Bond argentini, Cirio, Parmalat: titoli offerti sul mercato con il marchio Dop (denominazione d’origine a perdere)’, ‘San Vittore l’unico protettore del risparmiatore’.

L’Intesa pero’ invita a non confondere: ”abbiamo scelto di manifestare davanti alla Banca d’Italia per difendere la sua autonomia ed indipendenza. Non siamo ne’ con Tremonti ne’ con Fazio. Sotto la lente dell’Intesa – sostiene Trefiletti – ”ci sono soprattutto le banche ed i loro vertici, da Cesare Geronzi (Capitalia) ad Alessandro Profumo (Unicredit), passando per Rainer Masera (San Paolo Imi)”.
21/01/2004 19:00

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