Economia

Mutui: tra il fisso e variabile ritorna il cap

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MILANO (WSI) – Grazie ai tassi ancora ai minimi storici molte famiglie decidono di comprare casa accendendo un mutuo e tra il fisso e variabile spunta il finanziamento con cap.

Come scrive La Stampa  il mutuo con cap è quello che ha un tetto massimo a cui può rincarare la rata negli anni, in altre parole è un tetto prefissato oltre il quale gli interessi a carico del cliente non potranno mai salire, indipendentemente dallo stato del mercato e dell’indice Euribor. Se il tasso fisso è proposto intorno all’1,7-1,9%, il variabile sotto all’1%, anche allo 0,7%, adesso molti istituti propongono il mutuo variabile con il tetto.

Quale il vantaggio? Si risparmia sulla rata nei primi anni perché il variabile costa meno e ci si tutela contro un rialzo futuro dei tassi. Ovviamente ci sono differenze tra una banca e l’altra sono visto che qualcuna oggi fissa il tetto massimo al 2,85%, altre addirittura al 5%.

“Il tetto si adatta di più alla coppia con figli che intende premunirsi dal rialzo dei tassi – dicono da MutuiSupermarket.it – Il cap rappresenta, infatti, una sorta di assicurazione contro i rincari della rata negli anni». E’ il caso della coppia sposata con bambini che impiega nell’acquisto della casa la totalità dei propri risparmi per circa 60.000 euro, vuole contenere il più possibile l’importo della rata e quindi opterà per un mutuo a tasso variabile ma vorrà cautelarsi nei confronti di una aumento improvviso o fuori controllo della stessa. La soluzione a questa esigenza è rappresentata da una scelta di mutuo a tasso variabile con cap. Per esempio, per un importo di 220.000 euro e una durata a 30 anni. «Il mutuo variabile con cap permette, infatti, di avere una rata di importo inferiore di oltre il 20% rispetto ad un omologo mutuo a tasso fisso e al tempo stesso fornisce la garanzia che il tasso di interesse massimo non superi mai una soglia prefissata in contratto, un tetto massimo detto appunto “cap”» dicono da MutuiSupermarket.it”.