Economia

Mutui casa, tassi in salita a novembre. Ecco quanto sono aumentati

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Con la Bce che ha aumentato il costo del denaro, salgono i tassi sui nuovi mutui erogati dalle banche alle famiglie. Come si legge nelle statistiche della Banca d’Italia, i tassi di interesse comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) sono cresciuti al 3,55%, contro il 3,23 di ottobre.

I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono passati al 9,25%, contro l’8,93% ndel mese precedente. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 2,94%, contro il 2,54% del mese precedente.

Rate in salita del 36% per i tassi variabili

Non è quindi un buon momento per chi decide di accendere un mutuo ma anche per chi ne ha uno in corso. Nell’ultimo anno, secondo l’analisi di Facile.it, le rate di un mutuo medio a tasso variabile sono aumentate del 36%, passando da 456 euro a 619 euro al mese. Facile.it ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni, sottoscritto a gennaio 2022, scoprendo che, a distanza di soli 12 mesi, il mutuatario paga oggi una rata di oltre 160 euro in più rispetto a quella di partenza, con un tasso di interesse (TAN) che è passato da 0,67% a 3,33%.

La corsa dei tassi variabili, si legge nella nota del comparatore online, non sembra essere terminata e, anzi, la Bce ha già annunciato che nel 2023 continuerà ad aumentare i tassi, con inevitabili conseguenze anche sulle rate dei mutuatari. Se guardiamo alle aspettative di mercato (future sugli Euribor), gli esperti prevedono che entro giugno 2023 l’Euribor a 3 mesi cresca ancora di quasi 1 punto e mezzo. Se queste previsioni si avvereranno, la rata mensile del mutuatario preso in esame arriverebbe addirittura a 718 euro, oltre 260 euro in più rispetto a quella sottoscritta a gennaio 2022.

Anche sul fronte dei tassi fissi sono stati rilevati aumenti significativi nel 2022; se per chi ha un mutuo in corso non è cambiato nulla, chi sceglie oggi di sottoscrivere questo tipo di finanziamento trova sul mercato indici più alti rispetto al passato. Guardando alle migliori offerte disponibili online, emerge che oggi per un mutuo fisso (126 mila euro in 25 anni per un immobile da 180 mila euro) i tassi di interesse (TAN) partono da 3,26% (con una rata iniziale di circa 614 euro); 12 mesi fa invece, le migliori offerte partivano da 1,05%, con una rata di circa 477 euro. Dati alla mano, quindi, questo finanziamento oggi costa circa 137 euro in più al mese, vale a dire oltre 40 mila euro in più di interessi se si considera l’intera durata del prestito.

“Il 2022 è stato caratterizzato da un aumento generalizzato degli indici dei mutui, un trend che potrebbe continuare anche nel 2023, soprattutto per quanto riguarda i tassi variabili”, spiegano gli esperti di Facile.it. “In un contesto di grande cambiamento e dinamicità come quello attuale, dove la distanza tra tasso fisso e variabile si è ridotta, non sempre è semplice orientarsi: basti pensare, ad esempio, che oggi ci sono sul mercato mutui variabili con indici più alti rispetto a quelli fissi. Il consiglio, quindi, è di confrontare le offerte di più banche ed affidarsi a consulenti esperti per individuare il prodotto più adatto“.

Le novità sui mutui per il 2023

Ma a dover di cronaca, c’è da dire che l’ultima Legge di Bilancio ha introdotto una serie di novità in campo mutui, in particolar modo la possibilità di chiedere la rinegoziazione, passando da un finanziamento a tasso variabile ad uno fisso.

Il Governo Meloni rispolvera una legge del 2012 prevedeva che – fino al 31 dicembre dello stesso anno – il mutuatario che avesse sottoscritto, prima della norma, un finanziamento fino a 200 mila euro per acquisto o ristrutturazione di abitazioni, a tasso variabile per tutta la durata del contratto, potesse ottenere dalla banca la rinegoziazione, senza spese di commissione,  dei costi del contratto. La vecchia norma del 2012, ripristinata dalla manovra, prevedeva un meccanismo di calcolo molto vantaggioso per il passaggio dei mutui ipotecari dal tasso variabile al fisso, che viene permesso di solito dalle banche a condizioni piuttosto onerose. Era ancorato però a determinati paletti:

  • il reddito Isee (non superiore a 35 mila euro);
  • il tetto massimo del mutuo (di massimo 200 mila euro);
  • chi fa domanda non deve mai aver mai avuto ritardi nel versamento delle rate del mutuo.

Le banche non potranno a questo punto esimersi dall’accettare la rinegoziazione se richiesta da utenti in possesso dei requisiti e che sarà gratuita, ossia senza spese di commissione, e potrebbe prevedere anche un allungamento della durata residua del finanziamento per un massimo di 5 anni (e non oltre i 25 anni) per alleggerire le rate.