Economia

Morgan Stanley: “sbagliate a essere pessimisti su questa economia”

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ROMA (WSI) – Pessimismo sulla Cina? Non da parte di tutti i guru del mondo della finanza. Gli analisti di Morgan Stanley, per esempio, sono ottimisti sul paese, soprattutto guardando alla sua “new economy”. A loro avviso, i servizi e i consumi ha ancora spazio per crescere, a dispetto e nonostante il brusco rallentamento dell’industria pesante e manifatturiera.

La stessa cosa pensa Min-Lan Tan, responsabile investimenti dell’Asia Pacifico presso UBS Wealth Management che, in un evento che si è tenuto di recente a Londra, ha affermato che la Cina ha “un’economia a due velocità”, e che la forte crescita nei settori dei servizi potrebbe sostenere un rialzo del Pil +6,5% per i prossimi cinque anni.

Il messaggio per gli investitori è, insomma, che ci sono ancora opportunità di rilievo per la Cina, e che la realtà è ben lontana dallo scenario cupo che è stato a volte descritto.

In particolare Morgan Stanley, al fine di mostrare il trend della “new economy” della Cina, ha considerato la performance dei titoli dei settori consumi discrezionali, salute e IT dall’indice MSCI China, paragonandola a quella delle altre società appartenenti al listino e facenti parte dei comparti energia, materiali e industriale.

Grafico Morgan Stanley
(Immagine: Morgan Stanley) Morgan Stanley fa notare come i settori della new economy, in Cina, stiano andando molto meglio di quelli della vecchia economia

Il risultato? La Nuova Cina ha in generale fatto molto meglio rispetto alla vecchia Cina, a partire dalla crisi finanziaria, ma soprattutto dalla fine del 2012. Numeri alla mano, gli analisti di Morgan Stanley  hanno sottolineato che:

“all’interno dell’MSCI China, nel corso del terzo trimestre del 2015, i ricavi dei settori consumi discrezionali, salute e TI sono cresciuti su base annua rispettivamente +22%, +15% e +20%. Su base netta, gli utili hanno fatto +39%, +23%, +35%. A paragone, i ricavi dei settori energetico, industriale e dei materiali (il settore comprende in questo caso prodotti chimici, materie prime e metalli, materiali da costruzione) sono calati, sempre nel terzo trimestre, -32%, -1% e -16%, a fronte di flessioni degli utili netti -79%, -32%, -67%.