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Moody’s pronta a colpire l’Irlanda. Fiduciosa invece sulla Turchia

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Altro duro (ma atteso) colpo per l’Irlanda. Moody’s Investors Service ha posto oggi il rating “Aa2” sui titoli di stato governativi irlandesi in valuta estera e locale sotto osservazione per un possibile taglio. La stessa agenzia ha invece emesso un giudizio positivo sulla Turchia.

Parlando del caso Irlanda, Moody’s ha precisato che eventualmente il downgrade sarebbe di un solo notch. Moody’s ha affermato che la decisione è legata all’aumentata incertezza circa la forza finanziaria del governo dopo l’annuncio di maggiori costi per la ricapitalizzazione delle banche nazionali e che un possibile declassamento verrà deciso entro tre mesi.

Pesano anche le deboli prospettive di crescita della domanda interna e l’aumento del costo dei prestiti. Nello stesso tempo, i dati recenti hanno messo in luce prospettive di ripresa poco solida e un aumento delle incertezze causato dal possibile impatto delle nuove misure di austerità.

Di fatto, lo scorso 30 settembre lo stesso ministro delle Finanze Brian Lenihan ha anticipato che quest’anno il deficit pubblico supererà il 30% del Pil a causa del conto salatissimo pagato dall’Erario per il salvataggio di tre banche, che includono anche Anglo Irish e Irish Nationwide.

Nel complesso, il salvataggio del settore bancario costerà all’Irlanda 50 miliardi di euro.

Il tutto era emerso giovedì scorso, al termine di una nuova fase di tensioni a carico del paese e già in precedenza anche Standard & Poor’s aveva ipotizzato possibili revisioni al ribasso del rating irlandese. Sia S&P sia Fitch assegnano all’Irlanda un rating ‘AA-‘, quello a cui si abbasserebbe anche Moody’s se declassasse l’Irlanda di un gradino.

Tuttavia oggi l’agenzia ha precisato che non è escluso un declassamento più pesante.

Intanto, nell’ultima riunione dell’Eurogruppo, pur riconoscendo la serietà della situazione il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn ha rilasciato dichiarazioni rassicuranti. I piani di ricapitalizzazione delle banche irlandesi sono “molto costosi ma gestibili”.

Diversa invece la situazione per la Turchia. Moody’s Investors Service ha migliorato infatti l’outlook sul rating “Ba2” dei titoli governativi in valuta locale ed estera a “positivo” da “stabile”, e ha affermato che l’economia turca è tornata ai livelli pre-crisi con una crescita annuale al 10,3% nel secondo trimestre.

Insomma, uno dei pochi paesi a star dietro alla Cina. Nel frattempo, afferma l’agenzia di rating, è migliorata la situazione debitoria. La notizia ha fatto scendere immediatamente i rendimenti dei titoli turchi. In particolare, gli yields sui bond biennali denominati in lire turche hanno toccato in intraday i minimi dall’ottobre del 2009.