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Moody’s detta legge: Milano e Madrid maglie nere. Giù futures Usa in attesa di dati

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Non si arrestano le vendite a Piazza Affari, il secondo listino europeo peggiore dopo Madrid. Alle 13 circa il Ftse Mib incrementa perde lo 0,60%. I ribassi sono decisamente più contenuti per Londra (-0,31%), Francoforte (-0,71%) e Parigi (-0,89%), mentre la maglia nera in assoluto va all’indice spagnolo Ibex, che fa -1,96%. Gli occhi sotto tutti puntati sulla decisione di Moody’s di mettere sotto osservazione il rating della Spagna.

Nessuno spunto positivo arriva dai mercati americani, in attesa di conoscere alcuni dati economici cruciali degli Stati Uniti previsti per la giornata di oggi. Nell’attesa, i futures sul Dow Jones perdono 32 punti, quelli sul Nasdaq cedono 7,25 punti e quelli sullo S&P 500 arretrano di 4,30 punti.

Tornando in Europa, forti soprattutto i cali dei titoli bancari non solo spagnoli, ma anche in generale europei, che si confermano i peggiori della sessione. E’ sell dunque sui bancari di Piazza Affari: in un listino quasi tutto tinto di rosso, in evidenza gli smobilizzi su Mps (-3,17%), Unicredit (-3,53%), Banca Popolare di Milano (-2,83%), Mediolanum (-2,17%), Intesa SanPaolo (-2,83%), e Ubi Banca (-2,55%). Fiat passa in negativo, con gli investitori nervosi dopo i i brutti dati sulle immatricolazioni Ue. Rialzi frazionali solo per Prysmian e Rete Snam Gas.

Le banche italiane fanno i conti anche con il giudizio negativo di Nomura su alcuni titoli del settore.

L’istituto si è espresso infatti sul comparto bancario giudicando quello italiano più solido degli altri paesi del sud Europa, ma affermando anche che gli istituti si trovano costretti a fronteggiare un contesto ostile. Tra le singole note il giudizio di Unicredit passa a ‘neutral’ da ‘buy’ (tp a 1,9 da 2,4 euro), quello di Mps diventa ‘reduce’ da ‘neutral’ (tp a 0,9 da 1,3 euro), quello di Ubi ‘neutral’ da ‘buy’ (tp a 7,5 da 11,7 euro) mentre quello di BPM passa a ‘neutral’ da ‘buy’ (tp a 3,2 da 6,5 euro).

Confermata la raccomandazione di Intesa SanPaolo e Mediobanca, rispettivamente a ‘neutral’ con prezzo obiettivo a 2,6 da 2,9 euro e a ‘buy’ con target price a 9 da 9,2 euro. Confermato il ‘reduce’ del Bco Popolare. Per BPER il broker giapponese avvia la copertura con il giudizio ‘neutral’ e tp a 10,7 mentre per Credem a ‘buy’ con tp a 5,3 euro.

Sotto pressione anche l’euro, che sui mercati newyorchesi scambia in flessione a 1,3332, ma che dopo la brutta notizia sulla Spagna era arrivato a sfondare al ribasso per qualche minuto anche la soglia psicologica a quota 1,33. La moneta unica cede anche contro lo yen a 111,88, mentre contro la valuta nipponica il dollaro sale a 83,90.

In generale, dopo i sette giorni consecutivi di rialzi, torna sui mercati lo spettro dei debiti sovrani, dopo che ieri Standard & Poor’s ha mutato a “negativo” l’outlook niente di meno che del Belgio.

E comunque, di certo non ci sono state notizie esaltanti nelle ultime ore, con la riunione del Fomc di ieri sera, che si è tradotta con un nulla di fatto sui tassi di interesse Usa, come ampiamente previsto, ma che ha anche diffuso un comunicato non proprio confortante sul lato della ripresa della congiuntura americana.

Detto questo, qualche timido segnale positivo è trapelato. Non per niente già qualcuno inizia a interrogarsi su quando un rialzo del costo del denaro potrebbe verificarsi negli Stati Uniti.

Intanto, oggi soffrono anche il petrolio e l’oro. Sul Nymex, i futures sul greggio sono scambiati a 87,45 dollari al barile, in calo di 83 centesimi rispetto all’ultima rilevazione di ieri. Sul Comex, invece, l’oro scende di 13,9 dollari a 1.390,4 dollari l’oncia.

(Art. in fase di scrittura)