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Moody’s avverte: Usa potrebbero perdere la tripla A (e presto)

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Roma – L’America rischia di perdere la tripla A. Parola di Moody’s, che ha dichiarato che potrebbe tagliare il rating sul debito americano, nel caso in cui il Congresso non aumentasse il tetto sul debito “nelle prossime settimane”.
Lo scorso 18 aprile, l’agenzia di rating S&P aveva ribadito il rating di tripla A per il debito degli Stati Uniti, ma aveva contestualmente ridotto l’outlook da stabile a negativo.

“L’elevata polarizzazione sulla questione del tetto sul debito ha incrementato le probabilità di un default di breve durata – ha detto Moody’s – Se questa situazione rimarrà invariata nelle prossime settimane, Moody’s porrà il rating sotto osservazione”, ha scritto l’istituto in un comunicato. E a quel punto il taglio potrebbe arrivare subito, già a luglio.

Intanto continuano le tensioni all’interno del Congresso degli Stati Uniti. Il segretario al Tesoro Timoth Geithner ha avvertito sulla necessità di aumentare il limite del debito entro il 2 agosto, affermando che se un accordo non sarà raggiunto entro quella data, gli effetti potrebbero essere catastrofici e si tradurrebbero in un aumento repentino dei costi di finanziamento. I repubblicani dal canto loro invocano durante le trattative tagli alle spese governative.

Detto questo, Moody’s non si è fermata però ad avvertire il Congresso. In pericolo, ha aggiunto, sono anche i rating di alcuni grandi colossi finanziari, esattamente Bank of America, Citigroup e Wells Fargo. In questo caso, il rischio è che il governo americano limiti il suo sostegno a favore delle grandi banche, che molto hanno beneficiato finora dei sostegni arrivati dalle casse di Washington.

Daniel Alpert, managing partner di Westwood Capital, banca di investimenti con sede a New York, ha commentato in una intervista a Bloomberg con queste parole: “Tutti sono consapevoli del fatto che le banche sarebbero protette dal governo, se ci fosse qualche problema. Quello che l’agenzia di rating sta dicendo è che se si dovesse verificare un altro problema nei prossimi 6-12 mesi, è improbabile che il governo torni a proteggere di nuovo i possessori di bond. Sarebbe politicamente indifendibile”.