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Monti: il governo lavora a “operazione crescita”, da Ue vuole investimenti

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Roma – Dando il via libera alla fase della crescita in Europa e Italia, Mario Monti cerca di scrollarsi di dosso le pressioni crescenti dei mercati e delle autorita’ internazionali, mentre all’interno degli scranni parlamentari l’appoggio politico si sta indebolendo.

“Prima di tutto l’Europa ha bisogno di maggiore crescita, siamo tutti adulti e sappiamo che non puo’ avvenire in modo sostenibile a scapito di una disciplina di bilancio”, ma deve avvenire.

Se messa in cantiere in modo credibile, una manovra di questo tipo “aiutera’ a risolvere i problemi dei mercati finanziari. Non si e’ “mai vista fase 1 ‘a posto i bilanci’ e fase 2 ‘adesso la crescita’”.

“Lo spread che ho trovato a 574 e’ poi sceso fino a 250-260, con alti e bassi, poi e’ cominciato a risalire non per un fatto specifico italiano. Bisogna accettare cessioni di sovranita’, anche perche’ nel nostro caso non sono dettati dalla disperazione”, ha dichiarato Monti in un’informativa alla Camera dei Deputati.

Parlando di “differenziale con il marco” Monti si e’ lasciato scappare un lapsus (il divario calcolato nello spread e’ tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi, entrambi paesi in cui vige l’euro) che la dice lunga sulla sua idea – almeno a livello di subconscio – del ruolo che la Germania gioca in Europa.

“Quello che preoccupa mercati e agenzie di rating e’ la scarsa crescita. Se verranno misure in questa direzione la finanza pubblica italiana sara’ ritenuta piu’ sostenibile e pagheremo interessi inferiori”, mettendo al riparo da un contagio, ha proseguito il capo di governo.

Nell’ambito della “operazione crescita”, come l’ha definita Monti, il governo puntera’ a una regola che faciliti gli investimenti pubblici e l’intensificazione in generale dell’azione per quanto riguarda i tempi. Approvare il piu’ rapidamente possibile le riforme che al momento sono all’esame delle Aule e delle commissioni parlamentari e’ proprio quello che Mario Monti ha chiesto ieri a Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, nell’incontro di palazzo Chigi.

“Tutto quello che sara’ possibile fare alla Camera e al Senato per portare a conclusione i provvedimenti, se sono condivisi, aiutera’ a togliere quell’idea di ‘mezza cottura’”, e convincere gli osservatori internazionali.

“Sapremo avvalerci di questa nuova crisi per avere uno sforzo raddoppiato sul fronte europeo e delle politiche italiane”.

“Il debito privato e’ minore e il risparmio privato maggiore di altri paesi – ha aggiunto Monti – Le banche sono in larga prevalenza molto stabili e non hanno indulto nel finanziare la speculazione immobiliare. Anche il tasso di disoccupazione e’ piu’ basso di tanti altri paesi europei”.

L’Italia, che potrebbe essere il prossimo paese a rischio di contagio in Europa dopo che il pacchetto di aiuti alle banche spagnole non è riuscito a calmare i mercati, guarda al Consiglio europeo di fine mese come all’occasione per far compiere all’Unione passi avanti sugli investimenti pubblici e gli eurobond, con l’obiettivo di ridare fiducia agli investitori nella moneta unica.

Intervenuto alla radio tedesca, ieri sera, il premier aveva fatto sapere che l’Italia “sta facendo la cosa giusta per diventare un paese solido”. Nelle dichiarazioni rilasciate alla trasmissione dell’emittente tedesca Radio Kultur, Monti ha sottolineato le politiche rigide di bilancio e le riforme dell’apparato giudiziario.

Anche il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha tentato di gettare acqua sul fuoco: “dall’Italia enormi progressi, nessun rischio contagio”, ha dichiarato in un’intervista concessa a La Stampa. L’auspicio e’ che le forze politiche “continuino a sostenere Monti con decisione”.

Sul delicato tema degli eurobond, Schaeuble non taglia di netto, ma lo rinvia a un futuro non prossimo: “Una collettivizzazione delle garanzie può esserci alla fine del processo verso un’unione fiscale. Non è una questione di tempo – ha chiarito il ministro – dobbiamo semmai creare le condizioni istituzionali. E’ questo l’essenziale”.

In merito alla situazione greca, Schaeuble ha riconosciuto che anche la Germania può aver fatto degli errori, ma “ha mostrato molta flessibilità e comprensione”. La Germania, infine, “e’ fermamente convinta, proprio come Monti, che dovremmo introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie“.

Ciononostante, rimane il fatto innegabile che Monti e’ piu’ debole di quanto non fosse al momento del suo insediamento in novembre. Come sostengono gli osservatori internazionali, le cui critiche non sembrano andare giu’ al primo ministro, e’ finita la luna di miele tra l’esecutivo e i mercati.

In un editoriale intitolato “L’aura sbiadita di Monti”, il Wall Street Journal osserva che i problemi del professore della Bocconi nascono da fattori esterni – la pressione dei mercati sui bond italiani e la rigidità della Germania – ma anche interni (“i parlamentari italiani che guardano con occhio critico ai problemi ancora irrisolti in agenda, come la riforma del lavoro, i tagli alla spesa pubblica e i piani per modernizzare il sistema giudiziario”).

Da quando e’ salito al potere Monti, l’Italia – come del resto gli altri stati membri dell’Eurozona eccezion fatta per la Germania – ha registrato un rallentamento del Pil o una crescita negativa. L’economia e’ vista in contrazione dell’1,5% quest’anno e in rialzo dello 0,5% nel 2013. Il tutto mentre le banche italiane non prestano piu’ denaro, gettando migliaia di piccole e medie imprese nel lastrico, e mentre i costi per finanziarsi sul primario salgono progressivamente, come evidenziato dall’ultima emissione di debito a un anno. Sebbene siano stati collocati tutti i 6,5 miliardi previsti, il costo sborsato dal Tesoro e’ stato il piu’ alto da dicembre, con tassi di interesse vicini al 4%. Domani sara’ la volta dell’emissione di Btp a tre anni.

Per contattare l’autore: Twitter @neroarcobaleno; daniele@wallstreetitalia.com