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MONTEZEMOLO: UN PAESE DA CAMBIARE

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(WSI) –
E’ una vigilia piena di incognite quella del Convegno dei Giovani imprenditori di Capri, in programma domani e sabato. Incognite e interrogativi sollevati dalla Finanziaria, varata dal Governo. Il numero uno di Confindustria, ancora ieri, non nasconde le sue perplessità definendo la Manovra «demagogica» e «irricevibile». E aggiunge: «La crescita la fanno le imprese, ma abbiamo bisogno di sentire un po’ di tifo, in Italia, nei confronti di chi rischia e di chi compete».

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La Finanziaria è semplicemente “demagogica” e “irricevibile”. Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, non usa mezzi termini per bocciare la Manovra, varata venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri. Una critica, la sua, che suona come un ultimatum alla vigilia dell’appuntamento di Capri dei Giovani imprenditori, in programma domani e sabato. Un convegno che, tradizionalmente, delinea le strategie di Confindustria e misura lo stato d’animo dell’impresa. E proprio l’impresa viene posta al “centro” del convegno. Ma non nell’agenda politica del governo.

Almeno è questa l’accusa del numero uno di Confindustria. Accusa che, giocoforza, sarà il piatto forte della relazione di domani del presidente dei Giovani, Matteo Colaninno.
A rincarare la dose, di sicuro, ci penserà il professore bocconiano ed editorialista del Corriere della Sera, Francesco Giavazzi. Anche il suo intervento è molto atteso, dopo le sue osservazioni nei confronti della politica economica del Governo. E soprattutto dopo la diatriba epistolare avuta con il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa.

Restiamo ai fatti. Anzi alle reazioni dei massimi vertici di Viale dell’Astronomia, ripetute ieri da Montezemolo: “La crescita la fanno le imprese, ma abbiamo bisogno di sentire un pò di tifo, in Italia, nei confronti di chi rischia e intraprende, di chi compete, innova ed esporta. Ne hanno bisogno, in queste ore, soprattutto le Piccole e medie imprese sottoposte al rischio della globalizzazione e che pagano oggi dimensioni troppo piccole”.

Il presidente di Confindustria rincara la dose: “Per redistribuire la ricchezza bisogna prima crearla”. Ma come fare? “Mettendo le imprese al centro, se oggi sono appesantite da tasse dirette e indirette come mai in Europa”, puntualizza ancora Montezemolo che ribadisce come “da cinque anni si parla di abolire l’Irap ma l’Irap è sempre lì”. Per il presidente di Confindustria a mancare è anche una profonda riforma dello Stato. “Il vero imprenditore – prosegue – dice che è bene pagare le tasse, che chi ha di più paghi di più e che è bene la lotta all’evasione, ma tra tante riforme di cui sentiamo parlare la più importante è quella della riforma dello Stato. Abbiamo necessità di uno Stato più snello, meno burocratico, più capace di intrapendere e che preveda più meritocrazia”.

Ecco qual è la parola d’ordine degli imprenditori. Parola non menzionata nel programma ufficiale dei Giovani imprenditori, ma sotto intesa quando si riporta che “in questi anni le imprese italiane hanno saputo superare la difficile congerie della prima fase della globalizzazione, quella della caduta delle barriere che proteggevano dai concorrenti low-cost del lontano Est. Ma ce l’hanno fatta da sole”. Di certo, quello di Capri, sarà un convegno di chiarimento tra Confindustria e Governo. Con l’auspicio che, alla stregua dell’appuntamento primaverile di Santa Margherita, spunti a sorpresa qualche peso massimodell’Esecutivo come i ministri Massimo D’Alema o Pierluigi Bersani. Cinque mesi fa, accorsero nel Tigullio per fare passerella e per chiedere un slancio in avanti degli imprenditori. Ora, Confindustria è da loro (e non solo) che si aspetta delle risposte.

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