Il listino tecnologico Usa Nasdaq tira dritto per la conquista del London Stock Exchange (Lse) e si rivolge direttamente agli azionisti della piazza di Londra dopo che il consiglio di amministratore dell’operatore borsistico di Londra rigetta l’offerta da 5,1 miliardi di dollari presentata tre settimane fa. Gli azionisti del Lse, spiega il Nasdaq in una nota riportata da Bloomberg News, avranno tempo fino all’11 gennaio 2007 per aderire all’offerta di 1.243 pence per azione. Nel frattempo, il Nasdaq acquisisce sul mercato una quota pari al 28,75 per cento dell’operatore della Borsa di Londra. “Continuiamo a pensare – afferma l’amministratore delegato del Nasdaq, Robert Greifeld, in una nota – che l’offerta da 1.243 pence rappresenti un pieno e corretto valore per gli azionisti del Lse, considerando sia i successi dell’attivitĂ , ma anche le nuove sfide competitive che il Lse dovrĂ affrontare a partire dal 2007”. A stretto giro la risposta dell’operatore inglese: l’offerta è rigettata all’unanimitĂ dal board, poichĂ© “sottovaluta” la societĂ e “non riflette la sua posizione strategica, i suoi utili potenziali e l’operativitĂ dei suoi affari”. Intanto Euronext, l’operatore europeo in procinto di fondersi con il Nyse (New York Stock Exchange), annuncia ieri l’acquisto per 20,5 milioni di Hugin Asa, una societĂ specializzata nell’informazione finanziaria. L’operatore delle Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona e del Liffe di Londra precisa che l’operazione sarĂ finalizzata entro fine anno. Hugin, creata in Norvegia nel 1995, ha una decina di uffici in nove Paesi europei. Nel frattempo le Borse passano al contrattacco contro le banche. Dopo l’accordo fra alcune delle principali istituti d’investimento per integrare i propri sistemi di trading, entrando in concorrenza con le piazze finanziarie tradizionali, ora sono le Borse, in particolare Euronext, a proporre una valida alternativa al monopolio delle banche. La piazza finanziaria parigina, su cui pende un’offerta da parte del Nyse, dal prossimo anno offrirĂ infatti la possibilitĂ di scambiare i derivati sul credito. Una mossa tesa a rompere il monopolio finora detenuto nel trading di questi complessi prodotti finanziari dai big dell’investment banking: Morgan Stanley, Deutsche Bank e Goldman Sachs. Euronext ha intenzione di creare contratti simili agli attuali Etf (exchange-traded funds, i fondi d’investimento che si possono comprare vendere liberamente e velocemente in Borsa), basati però sui credit default swap. Un’offerta che potrebbe aprire i derivati a un pubblico piĂą vasto, dato che scambiarli dovrebbe diventare piĂą facile e meno costoso. In gioco, scrive Bloomberg News, ci sono i maxi-utili che le grandi banche d’investimento stanno realizzando nei derivati, i prodotti finanziari che al momento presentano i piĂą alti tassi di crescita: solo nella prima metĂ di quest’anno, ad esempio, Deutsche Bank realizza un utile di almeno 3 miliardi di dollari dai credit derivative.
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