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MODA: WALL STREET SI VUOLE ELEGANTE MA STRAVAGANTE

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Ha avuto vita breve la piccola rivoluzione che negli Stati Uniti ha fatto accantonare l’abbigliamento classico da ufficio per capi piu’ comodi e informali.

I broker di Wall Street e i manager delle grandi aziende si sono stufati di pantaloni khaki e magliette polo, confortevoli si’, ma indossati anche da impiegati e fattorini.

Il problema per gli uomini di successo – attenti ancor piu’ delle donne alla cura di se’, secondo le ultime indagini di mercato – e’ come non ricadere nelle grisaglie o nei gessati, sempre e comunque out.

La scelta cade su tessuti di qualita’, gli stessi impiegati per i capi piu’ classici, ma ringiovaniti grazie a tinte accese e accostamenti audaci.

Blu elettrico e arancione dominano su camicie e cravatte, rigorosamente in cotone Oxford o seta italiana. Molto successo riscuote anche il cossiddetto “Regis Philbin”, l’ abbinamento di camicia e cravatta dello stesso colore.

La ricerca di un nuovo stile da ufficio, in grado di esaltare la personalita’ anziche’ imprigionarla in una divisa ha dato forte impulso alle vendite del comparto.

Dal 1997 al 1999 la vendita di camicie, pullover e gilet e’ piu’ che duplicata a quota $20,3 miliardi – il settore degli abiti formali ha registrato una crescita di solo il 6%.

L’uomo sta diventando sempre piu’ cosciente riguardo al proprio abbigliamento e cerca di seguire la moda in modo sempre piu’ scrupoloso. “L’uomo d’oggi sa quello che vuole”, dice Nile Rowan, direttore ricerche per la californiana Levi Strauss & Co..

Chi non ha capito per tempo gusti ed esigenze dei manager rampanti ha pagato caro l’errore: Polo/Ralph Lauren, Tommy Hilfiger e Nautica, rimasti inchiodati allo stile sportivo anni ’90, hanno registrato vendite in forte calo.

Per il consiglio di amministrazione o per il floor di borsa sono in voga Kenneth Cole, Liz Clairborne, DKNY e l’intramontabile Calvin Klein.