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Minaccia inflazione: trampolino di lancio per la moneta unica

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Euro su, senza paura. Il movimento di ieri è stato davvero forte. Abbiamo visto un forte aumento di volatilità dopo che le aste sui titoli di stato spagnoli sono andate a buon fine.

Esse hanno rappresentato il secondo risultato positivo, a giudicare dalla reazione del mercato, in pochi giorni, sulla questione debiti sovrani europei. Il bond a 5 anni è stato pagato a 4.59% con un bid to cover ratio superiore a 2 punti ed il risultato è stato quello di allentamento ulteriore delle tensioni sul mercato del credito, tradottosi con un unico risultato: la salita dell’euro.

Le borse sono state miste infatti, mentre gli obbligazionari sono scesi lievemente (giusto per dare un’idea il corso del 2 anni tedesco è sceso, facendo salire i rendimenti di 10 bp e raggiungendo 1.09%). Un altro fattore importante, che ha contribuito alla continuazione della salita in atto è stata la conferenza stampa di Trichet, che, dopo aver lasciato chiaramente i tassi fermi all’1%, ha focalizzato l’attenzione su, indovinate che cosa?

Ma certo, l’inflazione, quello che dovrebbe essere l’unico obiettivo della BCE, ovvero il contenimento di essa al di sotto di un certo target, fissato attualmente al 2%. Ebbene, l’inflazione di breve periodo è salita al 2.2%, andando a rompere i confini di questa banda di oscillazione e, anche se le aspettative di medio periodo vedono un’inflazione sotto questo livello, Trichet ha dichiarato che non esiterà ad alzare i tassi di interesse, se necessario. Inoltre, il fatto di non aver ancora dismesso le politiche di aiuto all’economia messe in atto finora (che dovrebbero essere straordinarie, e come tali, molto limitate nel tempo), secondo alcuni componenti del board, rendono concreti i pericoli che aumentino le pressioni inflazionistiche.
Ora, conoscendo la prudenza con la quale il numero uno dell’istituto di Francoforte si esprime di solito, dobbiamo per forza di cose andare a ragionare su eventuali cambi di aspettative degli operatori. Il sentiment di mercato potrebbe cambiare e vedere la possibilità che avvenga un rialzo dei tassi in Europa prima che negli Stati Uniti, e questo potrebbe dare più spazio all’euro per salire, qualora l’economia americana continui a crescere ai livelli attuali e non riesca a dare nessun colpo di coda. Alcuni analisti cominciano a sbilanciarsi e a predire un ritocco ai tassi durante l’estate 2011.

UsdJpy – grafico giornaliero
Altro fatto da considerare, riguardante la giornata di ieri, è il meeting della BoE, dove i riflettori erano puntati sulle possibile modifiche al piano di acquisto di asset per una cifra pari a 200 miliardi di sterline, che non essendo stato modificato, ha portato dei benefici al pound.
Ma passiamo ad osservare i grafici, accorgendoci di qualche deciso cambiamento rispetto ai giorni scorsi.
Incominciando dalla moneta unica, nei confronti del dollaro, abbiamo assistito ieri ad un aumento della volatilità tale da superare ogni più rosea aspettativa di breakout (ricorderete i due livelli a 1.3020 e 1.3150), andando a compiere un movimento quasi perfettamente speculare che ha riportato i prezzi molto vicino al punto di partenza di questa ultima ondata ribassista, incominciata la settimana scorsa.
Se il panorama dovesse rimanere quello attuale, con un ritorno di capitali ed un’aumentata fiducia verso l’euro (come cambiano rapidamente i fattori che influenzano il mercato) potremmo, nelle settimane a venire, tornare a rivedere i livelli di massimo del cambio abbandonati a novembre. Il livello chiave di resistenza ora è 1.3430 (da cui martedì di settimana scorsa ha avuto origine la discesa), mentre il supporto non è di facile individuazione. La velocità di salita non ha dato modo di notare qualcosa di particolarmente ostico da superare se non 1.3150, coincidente peraltro con il 50% di ritracciamento di Fibonacci del movimento in calo.
Il dollaro ha mostrato segni di debolezza anche nei confronti dello yen, per la prima volta in questa settimana. Siamo giunti, seppur di poco, oltre il livello indicato come supporto a 82.65 e la direzione del mercato sembra ora di nuovo ribassista. È lontano quindi il livello superiore di reale cambiamento della tendenza delle ultime settimane, la media mobile exp a 100 periodi su grafico daily, passante oggi a 83.65.
Deciso balzo in avanti anche dell’euro nei confronti dello yen. Abbiamo assistito infatti alla rottura della tendenza ribassista che perdurava da circa due mesi, a 109 e in breve periodo ci troviamo a fare i conti con supporti e resistenze totalmente variati.
Troviamo infatti come più importante livello obiettivo 110.90 (anche in questo caso, altro non è che il 50% di ritracciamento della tendenza ribassista rotta ieri, iniziata a 115 e conclusasi 106.90) e come supporto, seppur distante, il preciso 109 (questo non solo è il livello di rottura e di breakout visto ieri, ma se passiamo su un timeframe orario possiamo notare come rappresenti il livello indicato dalla tendenza di ripresa degli ultimi quattro giorni, osservabile grazie alla trendline che congiunge i minimi crescenti).
Vediamo ora il cable dove, anche in questo caso, è stato possibile apprezzare una decisa salita. Per un soffio non è stato raggiunto il livello obiettivo più importante indicato in area 1.59. Nonostante il lieve calo dal massimo, quello appena visto è ancora l’obiettivo per le prossime ore. Come spunto inferiore, di supporto quindi, potremmo considerare 1.5775, doppio massimo su candele orarie del 12 e 13 gennaio scorsi.
Tutto sommato possiamo considerare il movimento di GbpJpy di ieri come una conseguenza di due movimenti speculari degli altri due cambi ai quali è collegato. 130.30 rimane il più importante supporto e se non dovessimo assistere ad un superamento a ribasso nelle prossime ore potrebbe rappresentare il trampolino per vedere un punto obiettivo di 133.
Rimanendo a parlare della sterlina, ma nei confronti dell’euro, notiamo come quest’ultima si sia deprezzata oltre il livello importante di 0.8340. Questo infatti non solo rappresentava un’area dove si sono concentrati una buona serie di massimi del cambio negli ultimi giorni, ma guardando più indietro (fine novembre) notiamo come abbia rappresentato un livello interessante anche il quel momento.
Passiamo al franco che, solamente contro euro però, non ha certo avuto vita facile ieri. Siamo infatti giunti oltre il livello, più volte indicato di cambiamento del trend, posto a 1.2730. Il livello raggiungibile più probabile da questa ondata rialzista si trova a 1.2940 che, oltre ad essere stato un minimo di riferimento durante la discesa, coincide con il primo livello indicato tramite l’utilizzo del ritracciamento di Fibonacci (38.2% del movimento in discesa da 1.3830 sino al minimo storico a 1.24).

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