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MICROSOFT: CORVI NERI SULLA SILICON VALLEY

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Corvi neri volteggiano sul cielo della Silicon Valley: sono i concorrenti di Microsoft che, rinvigoriti dal verdetto del giudice Jackson, vogliono suggerire al dipartimento della Giustizia Usa quali rimedi chiedere al tribunale perche’ il gigante del software smetta di esercitare il suo monopolio.

La parola d’ordine e’ “rimedi strutturali”, ovvero smembrare Microsoft in piu’ societa’ indipendenti, possibilmente una per i sistemi operativi, una per il software applicativo e una per le attivita’ Internet. “Ho parlato con molti colleghi e tutti la pensano allo stesso modo – dice James Barksdale, l’ex amministratore delegato di Netscape Communications, uno dei testimoni chiave dell’accusa durante il processo – Ho deposto in aula perche’ si arrivasse a una soluzione strutturale e sono convinto che questo e’ quello che il giudice dovrebbe ordinare. Per molti aspetti e’ anche la soluzione piu’ semplice”.

I partecipanti a Enterprise 2000, una manifestazione specializzata nell’Internet business, in corso a Monterey in California, hanno organizzato una votazione elettronica: il 46% vuole lo smembramento di Microsoft, mentre il 30% si accontenterebbe di una multa da un miliardo di dollari.

Un gruppo di investitori e dirigenti della Silicon Valley – guidati da Scott McNealy, amministratore delegato di Sun Microsystems e Larry Ellison, presidente di Oracle – hanno dato il via a una strenua azione di lobbing per cercare di fare letteralmente a pezzi Microsoft.

McNealy, il cui astio nei confronti di Bill Gates e’ ben noto nel mondo informatico, sta pensando di ravvivare la battaglia legale con Microsoft sull’utilizzo del linguagggio di programmazione Java. ‘’Provate a mettervi al mio posto – si e’ sfogato McNealy – ogni volta che stringiamo un accordo, Microsoft ci scavalca e fa un investimento; siamo ben oltre la sfacciataggine. D’altronde il contante e’ lo strumento piu’ potente di cui dispone un monopolista”.

A correre in soccorso dei vincitori e’ arrivato Ralph Nader, leader storico del movimento per la difesa dei consumatori negli Stati Uniti. “Il giudice ha gettato le fondamenta per lo smembramento di Microsoft. Qualsiasi altro povvedimento mi fa venire in mente la storia dell’elefante che partorisce un topolino”.

I mercati tuttavia, pur avendo punito l’incapacita’ di Microsoft di addivenire a un accordo con l’antitrust americano, non scommettono sui rivali di Bill Gates: a circa un’ora dal termine della seduta, Sun Microsystems (SUNW, vedi QUOTAZIONI INTERATTIVE) dopo essere sprofondata in ribasso di quasi l’8%, contiene le perdite all’1,14%; Apple Computers (AAPL) il 2,5% e Cisco (CSCO) lo 0,94%.

Nonostante i rancori che circolano, Microsoft ha tuttavia buoni alleati nella Silicon Valley: “Ora che il governo si sporca le mani per il “club di quelli che odiano Bill Gates” , queste stesse persone dovranno fare i conti con nuove e discutibili norme nel settore informatico – ha dichiarato Alan Cooper, direttore generale di Cooper Interaction Design, una softwarehouse di Palo Alto in California – Il governo e il dipartimento della Giustizia non capiscono o capiscono male il nostro mondo e quest’arma giudiziaria si trasformera’ presto in un boomerang”.