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MERCATI & CRISI: PERDITE RECORD PER I JUNK BOND

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C´è un´attività finanziaria che ha cominciato il 2008 peggio delle Borse, anche se non era facile. I junk bond, le obbligazioni ad alto rendimento, da inizio anno hanno bruciato 35 miliardi di dollari di valore in America, e più ne perderanno secondo Jp Morgan. L´indice Merrill Linch del settore è sceso del 3,9% – oscillazione da non parametrare alle azioni, molto più volatili – e le emissioni “spazzatura”, situate sotto il livello idoneo di rating e quindi più rischiose, si frazionano nel trimestre: 11 bond a stelle e strisce per 9 miliardi di dollari, contro 83 emissioni del valore di 40 miliardi un anno fa.

In queste condizioni, la prossima parola chiave, dopo subprime e svalutazioni, potrebbe essere default. Il sistema finanziario americano, ansimante per un centinaio di miliardi di dollari di svalutazioni su titoli e gravato da 370 miliardi di titoli strutturati invendibili, si difenderà togliendo l´ossigeno creditizio alle società meno sicure, e provocandone all´insolvenza. In primis chi ha sviluppato l´indebitamento più aggressivo. Secondo Mark Patterson, presidente e fondatore di Matlin Patterson (fondo che gestisce 9 miliardi di dollari in società “pericolanti”), i default si moltiplicheranno per sette, con un tasso di crescita delle bancarotte del 5%, che salirà all´8-10% l´anno venturo. «C´era stata una pausa nei default – ha dichiarato a Bloomberg Tv – ma i crediti strutturati creeranno presto problemi e scateneranno un´onda di fallimenti cui ci siamo disabituati negli ultimi quattro anni».

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Malgrado abbia tagliato i tassi di 3 punti percentuali in sei mesi, la Fed non ha convinto gli investitori a puntare sui bond più rischiosi. Jp Morgan stima che questi debiti sono destinati ad arrancare nei prossimi mesi, tanto più in un contesto di virtuale recessione negli Usa. «I cali dei prezzi sono assolutamente tremendi – ha detto Arthur Calavritinos, gestore di un fondo ad alto rischio che perde il 10% da dicembre – vedo il mercato peggiore della mia carriera, avviata nel 1985».

Le nubi nere sul pianeta junk non sono sorprendenti, né nuove. C´è un precedente che somiglia a un presagio. Da quando esistono, i junk sono considerati un anello debole della catena, sia per la scarsa trasparenza che per il fragile equilibrio patrimoniale di chi vi ricorre. Due limiti che emersero subito con violenza quando, a fine anni ´80, il crollo di Wall Street travolse gli speculatori dei junk bond e una quantità di fondi correlati. Quei titoli erano dilagati oltre misura come metodo per finanziare le scalate ostili, altra nuova moda finanziaria di allora. Il trucco messo a punto da Michael Milken e Ivan Boesky, le menti di Drexel Lambert che emetteva molti titoli, era incassare le commissioni e far pagare alle società scalatrici i salati interessi dei loro bond. Finirono in carcere vittime della zero tolerance di Rudolph Giuliani, e fu imbrigliato il reaganismo ruggente che aveva liberato gli animal spirits dei mercati.

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